Riprendiamoci la primavera
E’ primavera. La natura si risveglia. Gli scarafaggi escono dalle loro tane e tornano a scorrazzare indisturbati nel salone dell’asilo, alla faccia delle disinfestazioni appaltate a peso d’oro a imprese del profondo Sud. Il prato del parco giochi si gode una brevissima stagione di splendore prima che orde di bambini invasati dalla frustrazione da monolocale lo riducano a una steppa polverosa. Le mamme si accasciano sulle panchine e si scambiano ricette e consigli sui detersivi, sorvegliando la prole da lontano e sperando che i litigi per le altalene non sfocino in incidenti diplomatici. E’ primavera. Una moltitudine di infelici allergici si prepara al peggio facendo scorta di fazzoletti di carta e spray decongestionanti, rassegnati a mesi di naso rosso, mal di testa e umore nero. E’ primavera. I nostri studenti dovrebbero concentrarsi per il rush finale, e invece sono già stremati dal primo caldo e dagli ormoni imbizzarriti. Gli esami sono vicini, ma non abbastanza da stimolare il sacro fuoco della conoscenza nei nostri fanciulli in fiore, che al massimo studiano per la patente così da avere una carta in più da giocare per la prossima conquista. E’ primavera, e come al solito non siamo pronte. I negozi cavalcano l’onda delle nostre insicurezze e ci incalzano con offerte speciali sui cibi ipocalorici e sulle creme anticellulite che noi, regolarmente, compriamo per poi lasciarli scadere in qualche angolo delle nostre dispense. L’erboristeria all’angolo, che di solito espone sandali tedeschi e infusi diuretici, ci invita con un cartello apocalittico a rassodarci prima che sia troppo tardi. Ribelliamoci. Non saremo delle modelle, ma non meritiamo di passare la primavera come un lungo conto alla rovescia per arrivare in spiaggia a confrontarci il giro vita con le vicine di ombrellone.
^ torna in alto Stai leggendo un articolo di >