04/04/2008   11:54 778

Il rugby e il sabato di passione


L’atmosfera è carica di tensione. Il salone è off-limits, chi lo attraversa sa di rischiare improperi e lancio di corpi contundenti. I contatti con il mondo esterno sono temporaneamente banditi e le brevi pause sono dedicate ai bisogni primari: fumare, mangiare biscotti, guardare al televideo i risultati degli altri sport. Siamo nel pieno del torneo di rugby delle Sei Nazioni, l’Italia è reduce da due sconfitte e la partita di oggi sarebbe importante per il morale e per la classifica. Questa volte, poi, tutte le partite sono concentrate al sabato pomeriggio, quindi ci aspettano lunghe ore di passione. Sul divano di casa mia c’è un uomo che soffre, affascinato dal gioco e abbrutito dalla frustrazione. Ogni tanto lancia urla belluine, ma nessuno si allarma più. Le bambine, che all’inizio erano un po’ risentite per la distrazione paterna, ora godono del clima anarchico. Infatti, se di solito non possono passare troppo tempo a guardare i cartoni, durante le partite hanno libero accesso alla loro tv e possono scegliere il menù della sera per evitare estenuanti trattative. Io non mi arrabbio più, ma non posso non chiedermi quando mai a noi donne è concesso di estraniarci per ore davanti alla tv e per di più in pieno giorno. Già veniamo stigmatizzate se ci concediamo qualche soap mentre cuciniamo o qualche film in seconda serata; se andassimo oltre, verremmo considerate delle sciagurate, ma soprattutto saremmo le prime a non goderci lo spettacolo, assalite dai nostri eterni sensi di colpa. In questo, abbiamo qualcosa da imparare dai nostri uomini che si sentono già in credito col mondo se apparecchiano la tavola o portano i bambini al parco; oppure dovremmo anche noi inventarci una grande passione, che sia il découpage o la musica dei Sancto Ianne, davanti alla quale non ci sia dovere familiare che tenga.
Aurora Pedicini

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