Nei videogiochi il crimine paga
L’esposizione continua ai videogiochi cruenti può in qualche modo spingere a commettere reati? Secondo il Condacons sì, ed è già partita la caccia alle streghe. A finire nel mirino dell’associazione è Grand Theft Auto IV, il gioco della Rockstar Games dove sesso, omicidi, rapine e spaccio di droga sono all’ordine del giorno. Il Codacons ha presentato un esposto alle 104 Procure della Repubblica, chiedendo di aprire un’indagine sul videogioco alla luce del possibile reato di istigazione a delinquere. L’associazione ha invitato la magistratura a “valutare la necessità di sequestrare il videogioco in questione in tutta Italia, a tutela della salute mentale dei minori”. La Procura di Livorno ha acquisito 2 copie del videogioco, affidandole in mano a degli esperti per valutare se il Codacons abbia ragione oppure no. Un recente studio condotto dallo psichiatra Tonino Contelmi, presidente e fondatore dell’Associazione Italiana Psicologi e Psichiatri Cattolici, ha dimostrato che durante il gioco con i videogames si verifica un significativo aumento di dopamina, un neurotrasmettitore correlato col potenziamento del comportamento aggressivo. Ma da qui a dire che Grand Theft Auto IV istiga a delinquere ce ne vuole. In Italia il gioco è già vietato ai minori. Non spetta forse ai genitori controllare con attenzione i propri figli, evitando di fargli passare troppe ore davanti allo schermo? Solo in Australia, dove non esiste il bollino per utenti con età superiore ai 18 anni, il gioco è stato presentato in versione censurata. I risultati ottenuti da Grand Theft Auto IV nella sua prima settimana di vita rappresentano il miglior lancio nella storia dell’intrattenimento digitale: ben 12 milioni di pezzi venduti. E poi dicono che il crimine non paga!
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