08/07/2008   17:41 1020

Quella colpa è collettiva


Succede a una mamma l'irreparabile. Dimentica di lasciare la sua bimba a casa della baby sitter, nella fretta e nei pensieri che la assillano in quanto anche lavoratrice, la dimentica in macchina, e quando la raggiunge una telefonata allarmata del marito la sua corsa in ospedale è inutile. Non so nulla di questa donna, eccetto quello che raccontano le cronache: sposata, con tre figli, insegnante. La paura per una brutta malattia del marito da poco sventata. Un tempo presente che non perdona distrazioni, anzi: le punisce nel peggior modo possibile. La tragedia si è abbattuta su di lei e su tutti noi. Su tutte noi che non riusciamo a conciliare il lavoro con la casa e la cura, hai voglia a dire che la parità è ormai stata raggiunta e le donne fanno quello che fanno gli uomini. Quest'amara vicenda mi suggerisce, se ancora ce ne fosse bisogno, che non siamo in un mondo fatto per curarsi, per amarsi, per prendersi i tempi che necessitiamo in quanto esseri umani. Che dovrebbero essere, ad esempio, quelli che i genitori passano con i figli. Quelli che una donna autorizza a se stessa, per avere il giusto spazio del pensiero, oltre che delle cose da fare. La vita domestica, come è ora, uccide anche così. E, giusto, per una volta, ho condiviso le parole sante dette dal parroco al funerale della bimba: che questa mamma non potrà, da sola, espiare e accettare il peso che le piomba addosso. Che le servirà aiuto e speriamo che vorrà averne. Che non si condanni da sola.

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