Il decimo Vagina Day contro le violenze

Mentre in Italia ci si preparava a consumare il rito elettorale, precisamente il 12 e 13 aprile, negli Stati Uniti è andato in scena il V-Day, dove V sta per Vagina. Questo evento è nato dieci anni fa, sulla scia del libro di Eve Ensler I monologhi della vagina, e il suo scopo è ricordare la lotta delle donne nel mondo per la libertà e contro le violenze. Nel libro, l'autrice cercava di sdoganare il termine vagina, restituendo calore e dignità al corpo femminile e al suo misterioso e bistrattato organo. In questa scia, da anni dunque, per due giorni si alternano, su un palco americano, famose attrici e donne dello spettacolo che interpretano e leggono testimonianze per la causa. Quest'anno il V-Day si è svolto in un luogo altamente simbolico, ovvero nel Superdome di New Orleans, dove la popolazione trovò riparo dopo l'uragano Katrina. Le attrici che vi hanno preso parte sono Glenn Close, la sempreverde Jane Fonda, l'interprete di Frida Salma Hayek, la Jennifer Beals di Flashdance e così via. Dall'Italia è stata invitata Lella Costa e a me la scelta è parsa giusta. Quando ero adolescente andai a vederla in uno spettacolo spassoso della rassegna Comico italiano organizzata dalla Compagnia teatrale Solot. Lo spettacolo era il suo famosissimo Magoni, nel quale metteva alla berlina i rapporti tra uomini e donne, naturalmente dal punto di vista femminile. Risi di gusto, durante la performance e dopo aver letto il libro pubblicato da Feltrinelli, per aver sentito difendere il diritto al magone, cosa ben diversa dallo sbalzo d'umore durante le mestruazioni che ci viene erroneamente attribuito dai maschi. Insieme a questo, Lella Costa smontava pazientemente e ironicamente tante banalità. E poi, ho letto in un'intervista che, per andare al V-Day, ovviamente non avrebbe votato, commentando così: “E pazienza per le elezioni: è una causa importante anche questa”, riferendosi all'evento femminista. Certo, come darle torto!