23/10/2007   10:23 2589

Stregoni lontani magie di casa…


Gli esami di settembre segnano la fine delle vacanze. Tornare a studiare significa tornare a Napoli. Tornare a Napoli significa riassaporare, dopo un anno vissuto nella puntualità e pulizia dei treni metropolitani tedeschi, la vecchia, rassicurante inefficienza dei trasporti italiani.
Nessuna lamentela, per carità: la comodità raramente genera cose memorabili. Nella campagna del 2005 per la rielezione a governatore della Campania, Antonio Bassolino proponeva, come punti di forza della sua agenda politica, l’innovazione dei sistemi di smaltimento rifiuti e il miglioramento dei trasporti pubblici della regione. Comparirono in giro cartelloni mostranti una Campania stilizzata, piena di lineette colorate che le davano l’aspetto d’un animale esotico. Le linee rappresentavano i percorsi della futura metropolitana regionale. A fissare il cartellone si svelavano visioni mistiche: le carrozze prebelliche che, nelle pause tra le riparazioni, stancamente si trascinano lungo la linea Benevento-Napoli sembravano sganciarsi dai binari prendendo il volo verso un meritato riposo nel paradiso della strada ferrata. Un paio di mesi dopo le votazioni, rieletto Bassolino, i treni erano scomodi e lenti come sempre, però – e qui la svolta – sulla fiancata dei vagoni compariva una magnifica scritta verde-blu, inclinata per dare l’idea d’una velocità da TGV: “Metrocampania Nord-est”. Studi scientifici hanno infatti provato che i treni con nomi poco affascinanti fanno ritardo più facilmente. Del resto anche Berlusconi per risollevare la Fiat propose di stampare accanto alla scritta Punto un cavallino Ferrari. Sul treno per Napoli incontro un amico senegalese con cui gioco a calcio da qualche anno. Non sapendo del mio periodo di studio all’estero mi chiede che fine avessi fatto. Gli racconto della mia esperienza in Germania e il discorso si sposta inevitabilmente su come si trovi lui qui in Italia.

“La gente pensa che se sono africano devo essere povero. La mia famiglia sta bene in Senegal, ma io me ne sono andato da casa perché non avevo voglia di andare in Francia a studiare come i miei fratelli.”
Il Ramadan è cominciato da due giorni e, calato il sole, il buon musulmano può finalmente mangiare gli squisiti biscotti che fino ad allora ha potuto offrire solo a me. Gli domando che significato hanno i braccialetti in pelle che ha al polso. “Proteggono dalle cose brutte, dalle magie brutte.” “Ma come vanno d’accordo l’Islam e la magia?” gli chiedo. “Io credo in Allah e tutto…” si sforza di farmi capire, “però in Senegal ci sono anche gli stregoni. Io non ci credo… però quelli fanno tante cose brutte. Qua in Italia non possono fare niente, ma da noi è tutto diverso… qua non ci sono le magie brutte…”
Non sono del tutto d’accordo con lui: forse non è magia nera africana, ma ho idea che anche il viaggiare su questo treno sia frutto di un sortilegio.
Ps: avrei voluto scrivere qualcosa di ironico sul tema rifiuti, ma un tumore da diossina s’è portato via il mio senso dell’umorismo.
Marcello Gisondi

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