Risorse e gabbie del dialetto
Nadina lavora in un locale che frequento spesso. Parla un italiano perfetto e vive saltuariamente in Sicilia. Se non fosse bionda, si faticherebbe a capire che è bavarese. Dottoranda in linguistica - patrocinata sia dell’Università tedesca che da quella italiana - studia i processi di socializzazione e costruzione dell’identità nei Tedeschi che vivono in Sicilia. In particolare le interessa il rapporto che si è stabilito tra le donne tedesche sposate a siciliani e il dialetto dell’isola. Tra Palermo e l’entroterra ha svolto 30 interviste, trovandosi di fronte alle situazioni più svariate.
Pur evitando generalizzazioni, alcuni dati costanti sembrano emergere: una prima ondata di tedesche è giunta in Sicilia al seguito dei mariti, emigranti di ritorno. La maggior parte delle intervistate ha trovato invece l’amore sull’isola durante un periodo di studio, decidendo poi di rimanere. Queste ultime in particolare si sono trovate a far fronte, spesso, a problemi lavorativi: molte, ad esempio, le laureate che si sono adattate a far le guide turistiche.
Il problema principale sembra essere però un altro: l’integrazione nel contesto familiare e sociale del partner. La mentalità siciliana si è dimostrata spesso molto poco propensa ad accogliere le donne del Nord. Per quest’ultime la lingua è diventata quindi simbolo di tutto ciò di negativo che l’isola ha offerto loro. “Il dialetto - spiega Nadina - non è automaticamente una barriera per gli stranieri, ma questi, per motivi
sociali o emotivi, costruiscono una barriera nei confronti del dialetto, trasmettendo i sentimenti negativi che hanno nei confronti delle persone sul dialetto che esse parlano. Il che dimostra che la lingua e il dialetto sono molto più che semplici mezzi di comunicazione, ma anche mezzi di identificazione o di non-accettazione.”
Il giudizio che le intervistate danno del siciliano varia principalmente in base al loro grado d’integrazione: rifiutato perché volgare o visto come una delle risorse più preziose dell’isola, con tutte le varianti che fra questi due estremi possono trovarsi. Curiosa la storia di un’anziana signora, in Sicilia da decenni, che, convinta di esprimersi in italiano, si lamenta in dialetto della trivialità del dialetto.
“Quelle che stanno meglio - riassume Nadina - sono le persone che sono rimaste tedesche senza nessuno sforzo o senza pressione da fuori per diventare diverse, perché tutto ciò che sono è sbagliato”. Le persone a cui non è stato chiesto di rinunciare forzatamente alla propria identità culturale, dunque, sono quelle che hanno mostrato di apprezzare maggiormente la lingua e la cultura locali.
Il dialetto contraddistingue l’identità linguistica più profonda. Come tutto ciò che sta al fondo della nostra personalità, può essere al tempo stesso un’immensa risorsa (chiave per una comprensione immediata in un gruppo ristretto di individui) o una gabbia angusta (barriera che frapponiamo tra noi e tanta parte del mondo).