14/05/2007   19:53 1822

Mia nonna, Kant e Pasolini


Il Psi e il Pci non possiedono più una interpretazione culturale della realtà, essendosi ormai identificati, nel pragma e nel buonsenso, con la Dc: accettazione dello Sviluppo, con quanto di democratico, tollerante, progressista esso falsamente comporta.
Pier Paolo Pasolini, Il Mondo, 28 Agosto 1975
Le foto di Enrico Berlinguer, di Che Guevara, di Alcide De Gasperi? Le appenderemo tutte. Anzi, dove sarà possibile, sarebbe bello tenere una bacheca con dentro una bandiera originale della vecchia Dc e una del Pci. Così, tanto per ricordarci da dove veniamo.
Nicodemo Oliverio, Margherita, Corriere della sera, 23 Aprile 2007
Non dobbiamo spaventarci a chiamarci compagni, ho fatto fare una ricerca: nelle Sacre Scritture il termine è usato più di cento volte.
Francesco Rutelli, Margherita, Corriere della Sera, 22 Aprile 2007
Nessuno di noi può accettare di dare fondamento religioso allo Stato. Noi siamo per lo Stato laico, regolato prima di tutto dalla Costituzione.
Piero Fassino, DS, Corriere della Sera, 22 Aprile 2007

Il 2 Giugno 1946 un’Italia in macerie votò il referendum costituzionale per scegliere tra monarchia e repubblica. Caduto il fascismo, il ritorno al voto vide finalmente la partecipazione attiva delle donne. La madre di mio padre fu una delle 12.998.131 votanti che fruirono del nuovo diritto. Nelle campagne il predominio monarchico non era mai stato messo in discussione. Mia nonna, come chiunque altro lei conoscesse, avrebbe votato per il re. Alcuni giorni prima delle elezioni un grosso proprietario terriero passò da casa per un’usuale visita serale. Nel congedarsi si disse sicuro della vittoria: “Come può perdere il re!? Il re lo votano tutti i buoni, tutti quelli come me”. Mia nonna si scosse improvvisamente: “Allora noi non lo possiamo votare! Se va bene per voi che siete proprietario, non va bene per noi che siamo contadini!”. Nonostante il putiferio che seguì alla sua esternazione, lei votò repubblica.

Alla fine del ‘700 Immanuel Kant fonda la morale laica moderna sul concetto di autonomia della ragione e chiarisce la distanza tra le verità di fede e la politica. Circa 150 anni dopo i due maggiori partiti italiani si fondano da un lato su una presunta moralità cattolica – Dc -, dall’altro su una presunta autonomia della ragione – Pci -. L’unione di due prospettive politiche così diametralmente opposte - auspicata dagli eredi dei due partiti - è possibile solo a patto che entrambe rinuncino a ogni reale volontà di intervento programmato sulla realtà del paese. Il che ci riporta alla stagnante politica degli anni ’70, descritta da Pasolini: “La realtà e le prospettive sono verbali: ciò che conta è un oggi arrangiato”.
Smessa la quarta elementare perché sua madre aveva usato i libri per accendere il forno, mia nonna interpretava il mondo non secondo “quell’atroce deviazione umana che è il buonsenso”, ma in base a un istinto logico chiaro, seppur elementare. Oggi tornerebbe utile agli ideologi del Partito Democratico.

^ torna in alto Stai leggendo un articolo di >