Quella sedia per studiare preferita ai troni in tv
Roma – A. D. N. - La settimana scorsa mia cognata si è laureata alla “Federico II” di Napoli, raggiungendo il medesimo traguardo già tagliato dai tre fratelli più grandi (mia moglie è la primogenita) in altre Università di differenti città. L’evento mi è parso degno di uscire dalla semplice dimensione familiare, per una serie di considerazioni suggeritemi dal contesto nel quale si inserisce. Sono sempre meno frequenti le famiglie con quattro figli, rarissime quelle che li vedono tutti laureati (tra l’altro a pieni voti). Ma non è il desiderio di incensare la famiglia di mia moglie che mi ha spinto a parlarne, anche perché non ne sentono affatto il bisogno (come credo anche l’unico lettore). Trovo la loro vicenda esemplare, poiché dimostra che è ancora possibile conseguire risultati importanti, potendo contare solo sulla propria intelligenza e sul sacrificio personale e familiare, in un paese dove le alternative sembrano o essere un “figlio di papà” o sposarne uno! “Non nascitur itaque ex malo bonum, non magis quam ficus ex olea. Ad semen nata respondent” (Dal male non può nascere il bene, come un fico non nasce da un olivo. Il frutto corrisponde al seme) scrive Seneca nelle “Lettere a Lucilio”, analogo concetto espresso
dal Vangelo di Matteo (7,16): “Dai loro frutti li riconoscerete”. Credo, infatti, che alla base del successo dei quattro ragazzi vi sia proprio la statura morale dei genitori. Il padre è un uomo integerrimo che ha trascorso una vita di lavoro nei confini del suo paesino molisano e non ha avuto la possibilità di studiare, lusso riservato a pochi della sua generazione. La madre è una donna d’altri tempi (forse migliori) che divide la sua vita tra la famiglia e una fede profonda, magari distante dal “cattolicesimo adulto” praticato in ambienti alto borghesi, ma forse più autentica, se è scritto: “Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli” (Luca 10,21). Non nuotando nell’oro, si sono privati di molto pur di assicurare ai figli un futuro migliore del proprio: in vigile silenzio, senza mai forzarne indole e aspirazioni. Un proverbio latino dice: “Più i fiumi son profondi, con minor rumore scorrono”. Ho detto a mio suocero: “La proporrei come senatore a vita”. Ma la sobria felicità del suo volto era già il premio che desiderava e anche un messaggio per tutti. Basta preferire una sedia per studiare a un trono in uno studio televisivo.
Gropponr da Figulle