19/05/2008   11:20 908

Io, capopopolo per i Farnese


Abbiamo visitato il maestoso Palazzo Farnese di Caprarola, nel viterbese, culla del Casato. Capolavoro rinascimentale del Vignola, pentagonale, con la spettacolare “scala regia” elicoidale, sale affrescate e un parco con giardini a terrazze, grotte artificiali, scale a cascata. Il giorno dopo, è stata la volta del Palazzo Farnese di Roma, visitabile in via eccezionale (sede dell’Ambasciata di Francia, lo è solo, normalmente, il 14 luglio). Voluto da Alessandro, futuro Papa Paolo III, fu iniziato nel 1517 dal Sangallo e completato da Michelangelo, Vignola, Della Porta. Una delle “quattro meraviglie di Roma”, per le facciate, l’atrio, il cortile, gli affreschi (celeberrima la galleria di Annibale Carracci), poi archetipo per le regge del ‘600. Alle 11 ci siamo accodati a una fila di cui non si vedeva l’inizio, accorgendoci solo alle 13.30 che non saremmo entrati dall’ingresso della meravigliosa Piazza Farnese ma da quello opposto, in Via Giulia. Mia moglie mi ha convinto a restare, per non vanificare la fatica già fatta, digiuni e sotto un sole cocente. Resomi conto che l’attesa spropositata non poteva dipendere solo dall’entità della folla, ho cominciato a protestare vivacemente, “eletto capopopolo” dagli altri sventurati. Alle 16, raggiunto l’angolo di Via Giulia si è scoperto che in senso opposto c’era una fila “preferenziale”, costituita prevalentemente dagli abbonati di una nota compagnia telefonica: ha ottenuto un vero boomerang pubblicitario. Ci è stato così chiaro perché gli ultimi sovrani di Napoli, Francesco II e Maria Sofia, scelsero per il loro esilio il Palazzo che apparteneva ai Borbone da quando Carlo III lo ereditò dalla madre Elisabetta, ultima Farnese. All’epoca per entrarvi non serviva un colpo di “Viento”!

Groppone da Figulle

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