04/04/2008   13:49 843

Insondabili scelte di Reja che non portano a Calaiò


Roma – A.D.N. - “C’è qualcosa di riferibile, in pubblico, di cosa tu hai detto, o pensato, in privato, di Reja, al secondo, magnifico gol del palermitano?” È la trascrizione “alla virgola” del messaggio che il Direttore mi ha inviato dopo la “doppietta labronica”, di Emanuele Calaiò, che ha consentito al Napoli di tornare alla vittoria in trasferta dopo mesi di batoste. La risposta è stata: “No”. Il messaggio, oltre a rivelare l’età del mittente, per l’evidente “legame tra struttura del linguaggio e articolazione del pensiero” (cito Francesco Bove), ha intercettato un comune sentire che aveva già attivato la mia penna (per l’esattezza la tastiera del computer). I nostri sentimenti per Reja, artefice del ritorno in A di una squadra precipitata in C, sono affetto e riconoscenza. Tuttavia, non comprendiamo perché ha negato la possibilità di mostrare il suo valore a Calaiò, il capocannoniere delle promozioni, che aveva accettato di scendere in C per vestire la maglia azzurra. Le vigilie del tifoso napoletano di questo campionato sono state caratterizzate dai medesimi interrogativi: “Lo fa giocare? No? Perché?”. La situazione, al limite del “mobbing”, ha indotto Calaiò a chiedere la cessione a gennaio. Le ultime ore di calcio-mercato erano state un susseguirsi di “sms” ansiosi con i miei amici-pilastro, fino al liberatorio: “Resta al Napoli”. Domenica scorsa ero a Benevento e il mio amico d’infanzia mi ha chiesto di vedere la partita a casa sua. Dilemmi scaramantici mi hanno attanagliato, essendo di “nessuna vittoria” il nostro “record” negli ultimi tre anni di “visioni congiunte” delle partite del Napoli. Ho accettato quando ho saputo che Calaiò avrebbe giocato (per la contemporanea assenza dei due titolari). Nella ripresa si è unito a noi il fratello del mio amico che, vulcanico e trascinatore, quando il Livorno ha pareggiato il primo gol di Calaiò, si è fatto beffe del nostro pessimismo (ben fondato visti i risultati disastrosi degli ultimi tre mesi), convincendoci che avremmo vinto. Il nostro abbraccio collettivo e l’urlo “Calaiòoooo” al gol della vittoria ci ha accomunato a milioni di tifosi che, idealmente, gridavano a Reja (edulcoro a beneficio della buoncostume): “Capatosta friulana, perché non lo hai mai fatto giocare?”. L’arciere tornerà a incendiare i suoi tifosi! E poi Calaiò è un nome fatto per essere urlato in uno stadio di calcio.
Groppone da Figulle

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