Il fiume Calore
Nei momenti di relax è mia abitudine scorrere libri sulla storia di Benevento. L’ultima mia lettura ha riguardato un trattato dal titolo: “Lungo le sponde del Calore”, di monsignore Salvatore De Lucia. Egli descrive, con dovizia di particolari, tutti i paesi toccati dal fiume dalla sua origine, il monte Accelica presso Montella nell’avellinese, fino alla sua fine, come affluente del Volturno, ad Amorosi, nel beneventano. Proprio sull’ultimo tratto del suo corso riporto all’attenzione dei lettori il passo da me prescelto, dalla stupenda capacità illustrativa, quasi atto di vita quotidiana: “Esso non è l’incontro cordiale di due fiumi, ma il gesto folle del più debole per vedersi sopraffare dal più forte. Come nella vita degli uomini, quello che si fa si riceve. Il Calore trattò in tal guisa il suo fratello germano (perché nato sullo stesso monte, ma da diverso versante), il Sabato, e allora il Volturno compie il medesimo gesto. Rivivono, però, e restano a testimoniare il moto perenne del nostro fiume, le sue visioni panoramiche e storiche”.
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