E la striscia è sempre più blu
“Le strisce blu sono state abolite”. Non si parlava d’altro nei luoghi aperti al pubblico di Roma. L’improvvisa notizia sembrava un “pesce d’aprile”, ma si era a fine maggio. La decisione del Comune seguiva una sentenza del Tar (Tribunale Amministrativo Regionale) che sospendeva l’attività dei parchimetri in attesa di un riequilibrio tra posti a pagamento (strisce blu) e gratuiti (strisce bianche). In linea di principio non sono contrario ai parcheggi a pagamento, finalizzati anche a scoraggiare l’utilizzo dell’automobile privata e a incentivare quello dei mezzi pubblici. La realtà è diversa in una città che, essendo un “iceberg archeologico”, ha una rete di metropolitana ancora poco sviluppata se non assente, come nel mio quartiere. Certo si possono usare gli autobus, a patto di non doverne cambiare 5 per andare
al lavoro (è il mio caso): è quasi preferibile fare quotidianamente il pendolare da Benevento! Non resta che usare la propria auto, ma non è banale spendere circa 10 euro ogni giorno per parcheggiare nei pressi del posto di lavoro. Si potrebbe prevedere una tariffa forfetaria, tuttavia come in situazioni analoghe l’impressione è che l’interesse del cittadino sia secondario rispetto al “fare cassa”. Narra Svetonio che l’imperatore Vespasiano, al figlio Tito che lo criticava per aver introdotto una tassa sui servizi igienici, porgendogli un sesterzio abbia risposto: “Pecunia non olet”. Un parchimetro potrebbe essere scambiato per un vespasiano: le strisce blu servono per non sbagliare…
Groppone da Figulle