06/05/2008   12:46 829

Sospendete le autosospensioni!


“Si è autosospeso” dal partito o dalla carica. Tetragoni, da anni, cerchiamo sul Quaderno d’opporci agli oltraggi della lingua che l’uso (l’abuso) a volte porta. La forma corretta “si sono sospesi da…” non dà sfogo al gesto. “Mi sono autosospeso da…”, invece, non solo non provoca orrore, ma esalta, nel politico che lo scrive o lo dice, il gesto di rottura con la parrocchia d’appartenenza. Guardiamo alla forma di chi “si autosospende”, poi, perché la sostanza manca. Chi vuol abbandonare, lascia e basta non si sospende: si medita prima d’agire. L’autosospensione è talmente parva materia che, spesso, “color che si son sospesi” non rendono nota la fine dello stand-by. Buoni ultimi, alcuni assessori e consiglieri comunali del Pd al Comune di Benevento. Hanno ad horas chiamato la stampa per le 13 del 12 marzo, appena informati in mattinata che Cimitile sarebbe stato il loro candidato presidente alla Provincia. “Stravolte tutte le regole! Passi il nome, giammai il metodo!” e critiche per Nardone e altri dirigenti. Quindi la minaccia “Ci autosospendiamo dal Pd!”. Poco lo spavento creato. Solo il loro mancato candidato, Umberto De Caro, li ha pubblicamente esortati a rientrare. Nessun’altra notizia, tranne apprendere, 48 ore dopo, che buona parte degli stessi era tra i candidati pro-Cimitile. E allora basta: è giunta l’ora “di autosmetterla di autosospendervi”, cari politici: per la sintassi e per la profilassi degli amministrati…

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