06/11/2007   12:31 1561

La rivincita della modernità


Alla fine è accaduto l’irreparabile. Subito dopo il mio vilipendio alla sacralità delle password (vedi n. 471), è arrivato il peggio. Complice una notte insonne, mi sono recato una domenica pomeriggio in ufficio, ho acceso il pc, ho inserito il mio nome utente e la chiave d’accesso (cambiata il giorno prima) e non è accaduto nulla. Il mondo informatico mi è rimasto precluso, bardato da un minaccioso ammonimento: “Username o password inseriti potrebbero essere sbagliati”. Mi rifugio nel foglietto di carta su cui ho appuntato entrambi e riprovo a scrivere. Niente da fare. Mi assicuro che non sia preselezionato il carattere maiuscolo, digito dunque con calma, incrocio le dita, ma nulla avviene. La finestra che mi separa da tutti i miei dati e, dunque, anche dalle altre password salvate sul mio pc non scompare. Resta lì a prendersi gioco di me, quasi a punirmi per la mia irriverenza nei confronti della modernità. Cosa sia accaduto, in verità, non riesco a spiegarmelo. Deve esserci stata qualche dissociazione mentale per cui ho riportato sulla carta una password diversa da quella che ho poi inserito nel pc. Oppure il computer deve essersi ribellato al mio sarcasmo. Quale che sia la vera spiegazione mi consola solo quanto occorso dopo. La ricerca forsennata a un problema che – ne ero certo – qualcuno prima di me si era dovuto trovare ad affrontare, mi ha portato a navigare su siti poco raccomandabili, a schivare pirati informatici dell’ultima ora, a leggere racconti strappalacrime su forum dedicati ad amministratori che avevano perso tutti i propri dati. Infine il colpo di fortuna: l’elegante resoconto di un signore che aveva trovato una falla nel sistema operativo che anche io utilizzo. Complice il mio amico e tecnico di fiducia, ho messo in piedi la procedura suggerita dal mio salvatore ed ecco fatto. La password è stata aggirata e ho ottenuto nuovamente il pieno possesso dei mie dati. Si fa per dire, perché qualcuno è andato perso durante la rischiosa procedura. La vera morale di tutta questa storia è la consapevolezza struggente da me acquisita: le password non sono affatto inviolabili e per eluderle non serve sempre un hacker. Indi, se ne faccia a meno tutte le volte che si può. E io che, disgraziatamente, ho vincoli di legge per cui devo usarle, ho trovato la mia tutela: una bella cartellina in cui ho inserito, dopo averle stampate, le procedure per recuperare la password dimenticata. La scritta sul dorso del fascicolo recita: “Security”!

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