La lentezza pure con i morti
“Il tratto caratterizzante di questa Giunta è senz’altro la lentezza, in ogni aspetto”. Le dicesse oggi, i beneventani penserebbero a un’esternazione provocatoria di cossighiana memoria, non proprio a una riflessione politica coerente e sensata. E invece no, perché nel giugno del 1998 Fausto Pepe, il dichiarante, oggi sindaco di Benevento, era consigliere di minoranza in quota Cdr (non ancora mutatosi in Udeur), mentre la nave cittadina aveva ancora Pasquale Viespoli come “ardito” timoniere. Lenti, immobili, inoperosi. Sollecitato da Carlo Maria Miele, Pepe lamentava l’immobilismo della Commissione Contenziosi. Tutta colpa dell’effervescente Mario Rauso, presidente dell’organismo, trasmigrato da AN ai lidi del mastelliano Cdr (due sponde politiche non propriamente affini
tra di loro). Ma c’era di più. Anche i morti accusarono il colpo della galoppante inerzia amministrativa. Il lettore si tranquillizzi, esoterismo e spiritismo non c’entrano nulla. Semplicemente, il piano di rinnovo del cimitero cittadino, benché approvato da un anno, giaceva (è proprio il caso di dirlo…) non eseguito tra le delibere comunali. Si dirà: i morti di tempo a disposizione ne hanno fin troppo, con tutta l’eternità! Vero, ma vai a capire cosa succederà nell’Aldilà. Magari stupiremo tutti quando nel regno ultraterreno qualche sannita si lamenterà con gli esponenti del centrodestra di quella mancata sistemazione del suo loculo… Nel caso, noi del “Quaderno”, ci saremo e ne prenderemo di certo nota. Alla prossima.