01/07/2008   11:18 848

I 30 anni del '68 con Capanna


Quest’anno si celebra il quarantennale del ‘68: in attesa del cinquantesimo compleanno ricordiamo il trentennale. Spunto, la serata organizzata 10 anni fa anche dal “Quaderno”, con Carlo Panella a moderare un interessante dibattito sul tema. Ospite d’onore, Mario Capanna, tra i principali leader italiani del movimento sorto in Francia nel maggio di 40 anni fa, anche se anticipato da diversi, inequivocabili segnali di rottura con il passato sparsi lungo l’intero arco dei Sixties (per dirla all’inglese). Occasione, la presentazione presso la libreria Guida della Lettera a mio figlio sul Sessantotto dell’(ex?) contestatore. Chi scrive, allora non ancora parte di questa testata, era mescolato alla variegata folla intergenerazionale di curiosi e appassionati attratti dalla rievocazione di Capanna. I cui toni rispetto a quella fase tanto importante sono sempre stati forse un po’ troppo elogiativi e lontani dal necessario distacco storico-critico, per quanto ogni momento sia buono per respingere l’indegna equivalenza tra contestatori e terroristi, individuare quali siano i lasciti positivi di una stagione esaltante e illusoria al tempo stesso e non dimenticare episodi ancora oggi oscuri come la strage di Piazza Fontana. Concetti ribaditi dall’ex studente della Cattolica, di recentente espressosi positivamente sul “destro” neosindaco capitolino Gianni Alemanno. In tanti da sinistra hanno stigmatizzato tale posizione, ma parlare di tradimento è forse eccessivo. Ci sarebbe più da guardarsi da chi condanna Alemanno a parole e nei fatti accetta alle sempre più violente situazioni di sfruttamento e repressione. Tuttavia, il buon Mario poteva aspettare che il “Lupomanno” entrasse in azione prima di giudicare. “Formidabili quegli anni”, insomma. Questi, un po’ meno.

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