Nostra sorella immondizia
Napoli e la Campania devastate dall’immondizia. La provincia e la periferia partenopea aggredite dai criminali che avvelenano l’aria nauseabonda con la diossina, incendiando quei cumuli. I violenti, più o meno camorristi, assaltano forze dell’ordine e vigili del fuoco. Effetto-nausea, completato da chi dice di vergognarsi di questo degrado, fingendo di scoprirlo! Tra una crisi e l’altra nello smaltimento dei rifiuti, qui, la “cronica emergenza” dura da molti decenni. Quindi, 14 anni fa, il Governo nazionale n’avocò la gestione, istituendo un Commissariato Straordinario. Amministratori regionali, provinciali e comunali non avevano saputo smaltire l’immondizia che le comunità producevano. Orbene, di tutto ciò viene indicato come principale, se non unico, responsabile il presidente della Giunta Regionale Antonio Bassolino. Le destre Udc, An e Fi, lo fanno speculando, per far cadere l’avversario invincibile nelle urne e decisivo anche alle Politiche. Ma anche a sinistra non sono mancate pelose richieste di dimissioni, quasi fossero salvifiche, sebbene da 4 anni circa il governatore non abbia più poteri in materia. Li ha avuti, invece, dal 2001 al 2004 (sotto il Governo Berlusconi che quindi poteva revocarlo) succedendo ai commissari Improta, Rastrelli (An) e Losco (Udeur) e precedendo poi Catenacci, Bertolaso, Pansa e Cimmino. Come tutti loro in 14 anni, nemmeno Bassolino nei suoi 4 è riuscito nell’impresa. Non ha fatto funzionare un termovalorizzatore e così i 7 impianti di Cdr - pure da lui fatti costruire in esecuzione di una gara d’appalto del predecessore Rastrelli - non hanno saputo dove inviare milioni d’ecoballe (per di più realizzate non a norma). Bassolino, altri del Commissariato e magager dell’Impregilo vincitrice di quell’appalto sono da un paio d’anni indagati da magistrati fermi alla richiesta di rinvio a giudizio con rischio di prescrizione dell’eventuale processo.
Mentre in Italia troppi distratti e furbi ora “scoprono” il dramma-rifiuti, noi, da queste stesse colonne, anche il 31 marzo 2005, a poche ore dalle Regionali, scrivevamo che “il limite maggiore di Bassolino, come Commissario di Governo, è stato quello, al pari dei predecessori, di non riuscire a risolvere il problema dei rifiuti in Campania, anche se per primo ha chiuso le discariche controllate dalla camorra”. Non fummo chissà quali profeti, vedendo le strade invase periodicamente dai sacchetti immondi. Comunque, per lui votammo e non siamo pentiti, come più d’uno dichiara di esserlo oggi, con Bassolino ferito, col coraggio di Maramaldo… Erano già nel 2005, infatti, ben chiare a tutti, le sue responsabilità: non fummo molti a dirlo, molti di meno a scriverlo, allora…
Non solo: la domenica e il lunedì successivo, i primi dell’aprile 2005, il 61% dei campani tributò ugualmente ad Antonio Bassolino, nel segreto delle urne, un successo straordinario, riconfermandolo presidente: 200mila voti in più rispetto al 2000, un incremento di 7 punti percentuali, ottenendo la sua persona 75mila voti in più delle liste collegate! Un trionfo.
L’afragolese, sconfitto dai rifiuti, s’era dimesso da commissario un anno prima, ma ciò non indignò affatto i campani. Come minimo, dunque, noi che lo votammo o che in Italia plaudimmo dobbiamo dirci corresponsabili, altro che indignati! Il suo fallimento non pesò perché fu premiato per tutte le altre cose buone realizzate ma che, oggi, per la dimenticanza opportunista di fronte al dramma e la logica vile del capro espiatorio sembrano sparite nel nulla.
Da queste colonne, ancora una volta, dunque, tocca dire, quello che il coro muto tace o andare contro corrente: per noi fa bene Bassolino a non dimettersi e a collaborare col nuovo Commissario De Gennaro. I limiti del governatore sono da tempo certi, ma ricordiamo e conosciamo bene anche quelli di predecessori e avversari! Con la Campania in queste condizioni, non servono “capri”, bensì istituzioni nel pieno esercizio delle funzioni, Regione in primis. Così come bisogna che De Gennaro non si faccia rallentare dai no urlati ai rifiuti che, da ogni lembo della Campania infelix, arriveranno come sempre. Troppo si è parlato e protestato, per legittimo che sia stato farlo! Ma si stocchino subito ora questi maledetti rifiuti, poi vadano ad Acerra e quindi negli altri impianti analoghi. Solo dopo, col ciclo dei rifiuti finalmente completato, dalla raccolta allo smaltimento, senza più rischi di pericolose montagne di sacchetti, si potrà preparare un’altra risposta, “più ambientalista” ai gassificatori, compostagli, dissociazioni molecolari varie, predicando e praticando la riduzione dei consumi, il recupero, il riuso, la riparazione, il riciclo.
Perché è indubbio che la questione di fondo sarà risolta solo quando le famiglie cominceranno a differenziare i loro scarti, passando dall’attuale 7% almeno al 40% dei milioni di tonnellate annue ogni anno prodotti. Potrà attecchire l’albero del senso civico in queste lande, tra boschi di corruzione, camorre e familismi? Il Governo Prodi, intanto, ha annunciato alle comunità campane e ai loro eletti nei municipi: “Se non avvierete sul serio la raccolta differenziata in 4 mesi, sarete commissariati”. Da uno solo potremo avere tanti commissari. Una promessa o una minaccia? E’ solo la misera e grottesca condizione di un popolo che ha i governanti e l’immondizia che si merita.