La catena elettorale
In tre settimane, sono andati via i mastelliani dalla maggioranza ed è caduto il Governo Prodi. S’è arrivati allo scioglimento anticipato delle Camere: la Cdl non ha voluto un “governo di scopo”, per varare una decente legge elettorale con la quale tornare alle urne. Ad aprile, per ciò, ancora spazio al “porcellum”, la legge che fa nominare i parlamentari ai partiti e non assicura stabilità al Senato. Né si potrà tenere più il referendum per abrogarla.
Per le Politiche s’è già delineata un’ammucchiata nella coalizione di centrodestra, dall’ovattato Dini al sempre ardito Storace, in vista d’una vittoria annunciata, oggi, dai sondaggi. E’ tramontata, invece, la coalizione di centrosinistra: l’Unione. Il Pd correrà solo, col proprio programma, ambiziosamente pensando di poter vincere; i quattro partiti della sinistra radicale (Prc, Verdi, Sd e Pdci), invece, saranno sotto un unico simbolo (“Sinistra Arcobaleno”); Italia dei valori, Sdi e radicali, per ora, sono soli. L’Udeur va verso la Cdl.
Questo precipitar d’eventi, se ha raggiunto il culmine in Italia, non ha consumato ancora tutti gli effetti nella Regione Campania, nella Provincia sannita e nel Comune di Benevento. A Napoli gli assessori dimissionari dell’Udeur (coinvolti nella citata inchiesta giudiziaria sul partito e ancora agli arresti domiciliari), non saranno sostituiti con altri esponenti del Campanile. Ciò significherà escludere i mastelliani dalla maggioranza di centrosinistra. Così come esplicitamente richiesto a Bassolino dai vertici del Pd e di Rifondazione che hanno detto: avendo l’Udeur fatto cadere il Governo dell’Unione, non si può rimanere assieme in periferia. Mastella, per ora, ha scelto di non recepire questi venti di guerra. Ha incontrato a Ceppaloni il sindaco udeurrino di Benevento e gli ha detto di andare avanti con la coalizione dell’Unione fino alla fine del mandato amministrativo nel 2011. Una maggioranza, peraltro, quella di Fausto Pepe, traballante e rissosa di suo. Da mesi è agitata tra cambi di casacca e richieste di posti di potere fuori e dentro la Giunta. Da essa comunque s’è già, da giorni, tirata fuori Rifondazione Comunista, con le dimissioni dell’assessore Medici, entrato in Giunta nonostante il Prc non avesse consiglieri comunali. Il prosieguo dell’esperienza a Palazzo Mosti, conquistato dal centrosinistra due anni fa, dopo tredici anni di governo delle destre, tuttavia, sarà deciso dal Partito Democratico. E’ un’entità, quella sannita, finora, esistente sulla carta, soprattutto per ciò che attiene
al coordinamento dei propri consiglieri di Palazzo Mosti. Alcuni (5) sono nel gruppo denominato Pd e formato dagli ex della Margherita, altri (3) consiglieri sono in un altro separato gruppo. Brutta storia, per un partito che si presenta come nuovo. In questa fase politica, di chiamata alle armi elettorali, tuttavia, sarà difficile mantenere queste divaricazioni. Il Pd provinciale dovrà dare la linea e per rimanere nel partito ci si dovrà attenere: se si deciderà di rompere ovunque con l’Udeur, ciò dovrà accadere pure al Comune di Benevento, non si potranno recitare due parti in commedia. A quel punto, sommando il Pd all’opposizione della Cdl, non solo politicamente ma probabilmente anche numericamente la permanenza di Pepe in carica sarebbe impossibile. E si tornerebbe a votare per il Comune. Non sappiamo quando. Il Governo Prodi uscente, infatti, pare che si stia orientando a fissare l’election day, cioè, a far coincidere voto politico anticipato e voto amministrativo già in calendario. Se ciò accadrà, gli ipotizzati eventi a catena sul Comune dovranno prodursi in brevissimo tempo, altrimenti, l’abbinamento non sarà più possibile e si potrebbe, anzi, aprire una lunga fase di commissariamento. Nella prevista tornata amministrativa, si terrà essa a maggio a ad aprile, ci saranno le elezioni per la Provincia di Benevento. Stando così le cose, non proporranno più, come nelle ultime tornate, lo scontro tra centrosinistra con l’Udeur e centrodestra. Né si sa già se il Pd vorrà correre da solo anche alle Amministrative, come alle Politiche, né se l’Udeur sarà organica al centrodestra anche in sede locale. Insomma, è un garbuglio, una situazione di marasma politico e istituzionale. Tacendo che, per soqquadrare ulteriormente, potrebbe aggiungersi anche la fine anticipata dell’esperienza-Bassolino alla Regione Campania, per le vicende politiche e giudiziarie connesse alla grave emergenza rifiuti e per l’essere il governatore diventato uno dei bersagli principali nel Pd, attaccato non solo delle destre, ma anche della Sinistra Arcobaleno, ormai, esplicita concorrente a tutti i livelli e non più rissosa alleata. A Napoli però la situazione appare meno precipitante, almeno da consentire la celebrazione delle eventuali elezioni regionali anticipate assieme alle Politiche e alle Amministrative di aprile. C’è da far tremare le vene ai polsi, a noi elettori, per l’entità di propaganda elettorale pronta a cascarci addosso. Di qualità della politica ne parleremo un’altra volta, non senza difficoltà, per lo scenario passato, presente e futuro…