Benevento -
Bertinotti a Telese tuona contro il lavoro precario
Benevento -I tempi verso la Finanziaria stringono e da Telese Terme, il presidente della Camera, Fausto Bertinotti ha lanciato un messaggio al Governo. Serve una redistribuzione della ricchezza ha detto il numero uno di Montecitorio in apertura dell'incontro con i giovani nell'ambito della nona festa nazionale dei Popolari Udeur. "Il fisco deve fare la sua parte ma non può girarsi dall'altro lato di fronte alle ingiustizie e al fatto che ci sono pensionati e lavoratori che faticano ad arrivare alla fine del mese. Io penso che oggi il Paese abbia bisogno di una operazione complessiva di redistribuzione della ricchezza. L'Italia è contratta da un eccesso di diseguaglianze".
Nessun accenno invece alle polemiche interne alla maggioranza sulla manifestazione indetta dalla sinistra radicale contro il protocollo del welfare. Ieri Rutelli e Bindi avevano invitato i ministri di sinistra a restare a casa. Bertinotti ha risposto soltanto: "decideranno loro". Politica economica nell'intervento di Bertinotti ma anche tanto spazio al tema del lavoro. Il presidente ha tuonato contro la precarietà e la poca considerazione del lavoro manuale.
Chiamato a rispondere se è meglio lavorare per pochi giorni o restare disoccupato, Bertinotti ha specificato che "il lavoro può essere insieme una dannazione e una liberazione". Un concetto, quello del lavoro, che non può fermarsi ai confini nazionali, ma deve investire l'unione Europea chiamata a rivalutare il lavoro perchè è fonte di civiltà straordinariamente importante. "Se tu lavori un mese - ha aggiunto il presidente - per guadagnare mille euro, questo deve essere valorizzato oltre che garantito. Il problema è di vedere se quei tre giorni di lavoro allieviano il tuo disagio o lo perpetuano. Si tratta di sapere se è la porta d'ingresso al lavoro stabile o una porta che ti si chiude in faccia tutte le volte".
align="left" vspace="1" border="1"/>Secondo Bertinotti "la precarietà è un modo di essere della società americana, è incompatibile con la cultura europea del futuro". Parlando di legge Biagi, il discorso è caduto anche sulle dichiarazioni di Caruso, parlamentare del PRC candidato dallo stesso Bertinotti. "Non declino alle mie responsabilità - ha sottolineato - ma mi sento di dire, non per autodifesa, chi è senza peccato scagli la prima pietra". Bertinotti poi ha rivendicato per i partiti in genere "la capacità di aprirsi anche alle esperienze non direttamente proprie e di far valere la capacità di critica quando è necessario".
Sulla questione dei lavavetri a Firenze Bertinotti ha detto che preferirebbe che "la tolleranza zero fosse nei confronti del racket piuttosto che nei loro confronti. Non accetto la logica di punire sempre i più deboli mentre si privilegiano i primi responsabili di questa condizione". Rispetto alla richiesta della Ue all'Italia di un chiarimento sulle esenzioni Ici agli enti ecclesiastici, il presidente ha detto che "tutte le sollecitazioni europee vanno accolte come termine di confronto. Naturalmente il paese ha diritto, attraverso gli organismi che lo rappresentano, a manifestare le proprie opinioni". Sul punto dei beni ecclesiastici, Bertinotti ha chiarito di essere favorevole ad una tassazione ragionata per quelle strutture che rappresentano delle rendite e non rispondono alle funzioni di culto.
Infine, sollecitato dal direttore del TG5 Clemente Mimun, sul suo futuro politico Bertinotti ha confermato la sua decisione di andare in pensione al termine della legislatura. "darò qualche contributo - ha concluso -, ma la direzione politica quella ha dei limiti di età. Se lo fa la Chiesa con i vescovi lo si può fare anche in politica".