Lido 10/08/2024   12:16 5340

La Serrata dei Balneari: "Se Governo e Parlamento vanno in ferie, noi chiudiamo gli ombrelloni"


I proprietari dei lidi che dominano le spiagge italiane hanno indetto una mini-serrata per venerdì 9 agosto, che si ripeterà se il governo non interverrà con risposte concrete sulla delicata questione dell'assegnazione delle concessioni, sulla quale pesano anche le pressioni europee.

La Direttiva Europea e le Gare per le Concessioni. L'assegnazione delle concessioni balneari in Italia è da anni al centro di un acceso dibattito, culminato negli ultimi mesi in un braccio di ferro tra il governo italiano e i proprietari dei lidi. Il cuore della questione risiede nella Direttiva Bolkestein, un regolamento europeo approvato nel 2006, che ha introdotto norme volte a garantire la libera concorrenza nel mercato interno dell'Unione Europea. Tra queste norme, vi è l'obbligo per gli Stati membri di assegnare le concessioni demaniali tramite gare pubbliche, con l'obiettivo di evitare monopoli e favoritismi.

Perché questa direttiva ha sollevato così tante proteste in Italia? La risposta è legata alla specificità del sistema italiano. Da decenni, le concessioni balneari vengono rinnovate automaticamente ai gestori esistenti, spesso a condizioni molto vantaggiose. Questo sistema ha creato una situazione di stabilità e continuità per i gestori, molti dei quali hanno investito ingenti somme di denaro per migliorare e modernizzare le loro strutture. La prospettiva di dover partecipare a gare pubbliche per mantenere la concessione mette a rischio questi investimenti e, potenzialmente, l'intera esistenza di numerose imprese familiari.

L'opposizione dei Balneari italiani

I balneari italiani si oppongono alla Direttiva Bolkestein perché temono che la liberalizzazione delle concessioni porti all'ingresso di grandi gruppi internazionali, capaci di offrire condizioni economiche più vantaggiose e di estromettere i piccoli imprenditori locali. Inoltre, la mancanza di certezze sul futuro delle concessioni rende difficile pianificare investimenti a lungo termine, creando un clima di incertezza e instabilità.

Per molti gestori, il sistema attuale rappresenta una sorta di diritto acquisito, un riconoscimento del lavoro svolto nel corso degli anni per trasformare le spiagge italiane in mete turistiche di eccellenza. La possibilità di perdere la concessione a causa di una gara pubblica viene percepita come un'ingiustizia, soprattutto se si considera che molti lidi sono gestiti da generazioni dalla stessa famiglia.

L'azione del Governo e la reazione dei Balneari

Negli ultimi anni, il governo italiano ha cercato di trovare una soluzione che potesse conciliare le esigenze dei balneari con le richieste dell'Unione Europea. Tuttavia, le proposte avanzate finora non hanno soddisfatto pienamente né i gestori né le istituzioni europee. Tra le misure adottate vi è stata la proroga delle concessioni fino al 2033, una soluzione temporanea che ha sollevato ulteriori polemiche e non ha risolto il problema alla radice.

La recente decisione di indire una serrata il 9 agosto rappresenta un segnale forte e chiaro di disappunto da parte dei balneari nei confronti delle istituzioni. Questa serrata, che comporterà la chiusura simbolica degli ombrelloni in alcune spiagge italiane, vuole richiamare l'attenzione del governo e del Parlamento, accusati di essere troppo lenti e poco incisivi nel risolvere la questione. I balneari chiedono risposte concrete e misure che garantiscano la tutela delle loro attività, senza dover passare attraverso gare pubbliche che potrebbero penalizzarli.

L'esperienza degli altri paesi europei

La questione delle concessioni balneari non riguarda solo l'Italia. Anche altri paesi europei si sono trovati ad affrontare la necessità di adeguarsi alla Direttiva Bolkestein. Tuttavia, le soluzioni adottate sono state diverse e, in alcuni casi, meno controverse.

In Spagna, ad esempio, le concessioni balneari vengono assegnate tramite gare pubbliche, ma il sistema prevede criteri che tengono conto dell'esperienza e delle capacità dei gestori esistenti, riducendo il rischio di esclusione dei piccoli operatori. In Francia, invece, le concessioni vengono assegnate a livello locale, con un maggiore coinvolgimento delle autorità municipali, che hanno una conoscenza diretta del territorio e delle esigenze delle comunità locali.

Queste esperienze dimostrano che esistono margini di flessibilità nell'applicazione della direttiva, ma richiedono un dialogo costruttivo tra tutte le parti coinvolte.

La serrata dei balneari del 9 agosto è solo l'ultimo capitolo di una lunga battaglia tra i gestori delle spiagge italiane e il governo, in un contesto reso ancora più complicato dalle pressioni europee. La questione delle concessioni balneari è destinata a rimanere al centro del dibattito politico nei prossimi mesi, e la necessità di trovare una soluzione equilibrata e duratura è più urgente che mai.

Il governo dovrà dimostrare di essere in grado di tutelare gli interessi dei piccoli imprenditori senza però venire meno agli obblighi imposti dall'Unione Europea. Nel frattempo, i balneari restano pronti a nuove azioni di protesta, determinati a difendere il loro lavoro e il futuro delle loro attività.

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