Fausto Pepe: 'Ecco l'origine dei debiti. Storie incresciose, ma io non c'entro'
Striglia i suoi e litiga con la maggioranza, provocando piccate reazioni trasversali. E' Fausto Pepe, il sindaco di Benevento, chiamato oggi ad affrontare la dura prova del Salva-Enti, a quattro giorni dal termine previsto dalla legge. Tutti presenti in Aula, nessuna trappola dalle fila amiche, ad eccezione di Cangiano che in tutta trasparenza, già nei giorni scorsi, aveva preso le distanze dal governo cittadino.
Pepe ha preso la parola, preceduto tra gli esponenti della maggioranza, solo da Mario Zoino, che pure non sembrava fare i salti di gioia per il provvedimento da adottare.
"Non ho ancora sentito una sola parola sull'origine di questi debiti", ha esordito Pepe. La risposta arriva da Nazzareno Lanni: "Sindaco, se non ci fai parlare…".
L'intervento del primo cittadino sembra quasi voler aggiustare la piega del Consiglio, nelle mani, fino a quel momento dei soli consiglieri di opposizione. Nessuna voce, nemmeno nei fuori onda, è arrivata dal capogruppo del Pd, Angelo Miceli.
"E' importante - ha detto Pepe - chiedersi da dove nascono tutti questi debiti. La risposta è che non ci si è mai adoperati
rispetto alle situazioni pregresse, alle storie occulte". Il riferimento è innanzitutto agli esproprio delegati tra il 1984 e i primi anni 2000. "Che cosa è successo in quegli anni al Comune di Benevento?". Ma è sulle vicende Conca e Partonope che si accendono gli animi. Pepe le definisce "storie incresciose" e accusa, puntando il dito, i consiglieri di opposizione presenti in Aula che all'epoca rappresentavano il governo della città: "Riportiamo questi debiti nel nostro piano di rientro, perché abbiamo senso di responsabilità".
Il nodo, però, per la minoranza, sta nell'impossibilità di subordinare il riconoscimento dei debiti all'accoglimento del piano, mentre lamentano di aver ricevuto le schede dei debiti solo nel pomeriggio di ieri, a poche ore dall'inizio del Consiglio. Per Orlando, "si sta ipotecando il futuro della città fino al 2022". Il consigliere di Tél chiede nuovamente le dimissioni del sindaco "affinché siano i cittadini a decidere dei prossimi dieci anni".
Laura De Figlio