Tabacchicoltura, ministro Catania: 'Fondi spesi male in Campania'
Milioni di fondi europei non spesi a causa della cattiva programmazione della Regione Campania. Soldi da destinare ai tabacchicoltori, a fronte di una dotazione aggiuntiva di 210 milioni per il Piano di sviluppo rurale (Psr) 2007-2013 e che sono quasi tutti andati in fumo. Le conseguenze? Circa il 40% delle imprese sull'orlo della bancarotta e che nel 2013 potrebbero chiudere i battenti. A denunciarlo al ministro per le Politiche agricole, Mario Catania, a margine della tavola rotonda ''Il futuro del tabacco in Europa'' dove ha partecipato un folto gruppo di tabacchicoltori beneventani ed organizzata dall'Ismea al Belvedere di San Leucio (Caserta), sono i vertici di Coldiretti Campania. I fondi dovevano servire a ristrutturare il settore o dovevano aiutare le imprese nel percorso di riconversione delle attività. E invece, dicono i vertici di Coldiretti, quasi nulla di tutto ciò è stato fatto. ''Il problema è stato causato dalla programmazione – ha affermato il presidente della federazione campana Gennarino Masiello -. E' stata pessima e le conseguenze si sono viste tutte. Dei 210 milioni di euro arrivati nello scorso triennio, fondamentali per il comparto, soltanto una minima parte è stata spesa''. Sono quasi 30mila in Campania i lavoratori della tabacchicoltura, in Italia circa 200mila. I fondi in questione sono i 70 milioni all'anno per tre anni, in totale 210 appunto, destinati da Bruxelles alla filiera del tabacco. In particolare gli obiettivi erano due: la ristrutturazione del settore per renderlo più moderno e più competitivo o il sostegno alle imprese che invece sceglievano il percorso della riconversione. Nulla o poco più è stato fatto, spiegano da Coldiretti e i problemi sono quelli che in maniera simile hanno coinvolto altre tipologie di interventi. ''Tutto questo è grave – ha continuato Masiello - in questo periodo di forte crisi economica è a rischio la tenuta dell'intero settore che in Campania conta centinaia di aziende e migliaia di dipendenti. Almeno il 40% delle aziende potrebbe chiudere entro l’anno se non si inverte la tendenza. Il delegato Nugnes non ha responsabilità, ma le chiediamo di accelerare al massimo gli interventi e le istruttorie in corso e soprattutto di procedere con una programmazione più efficace''. ''C'e' bisogno di più forti politiche di sostegno - concludono da Coldiretti - bisogna inserire la tabacchicoltura tra le produzioni che beneficiano della Pac. Abbiamo bisogno di certezze economiche e operative perché la chiusura di tante imprese sta lasciando sul territorio delle gravi ferite''.
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