12/07/2013   12:53 6817

Reperti archeologici, maxi sequestro della Gdf nel Sannio. Indagato insospettabile di Castelpagano


Un insospettabile nascondeva in casa oltre 400 reperti archeologici, senza contare tutti i frammenti rinvenuti. A scoprire l'ingente patrimonio, i finanzieri del Nucleo pt della Guardia di Finanza di Benevento.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Benevento, grazie all'intensa attività delle Fiamme Gialle, hanno condotto gli investigatori in casa di un 46enne, senza alcun precedente penale, a Castelpagano. L'uomo responsabile è indagato a piede libero per la illecita detenzione di materiale archeologico e ricettazione.
L'operazione è andata avanti per ben due giorni, tale era la quantità e la sensibilità dei manufatti da catalogare con le dovute cautele.
Nonostante l'incuria dei presunti ricettatori e di chi esegue gli scavi abusivi, i reperti sequestrati, tutti in ottimo stato di conservazione, appartengono ad aree di produzione diverse e risalgono a differenti periodi cronologici. Di particolare rilievo appaiono alcune ceramiche a figure rosse (crateri, brocche, anfore) databili al IV secolo a.C., particolarmente diffuse in corredi tombali delle comunità dell’Italia meridionale. Sono presenti inoltre numerosi reperti riferibili all’area etrusca ed etrusco-campana, tra cui spicca un’urna cineraria configurata a forma di capanna, brocche e coppe in bucchero (la ceramica tipica dell’Etruria con superficie ed impasto di colore nero), vasi per profumi (alabastra e aryballoi) di produzione corinzia ed etrusco-corinzia. Molti vasi appartengono, invece, ad aree di produzione della Campania interna: si tratta prevalentemente di ceramiche d’impasto con decorazioni plastiche o incise, tipiche di contesti funerari databili al VII secolo a.C. Altri reperti dal punto di vista tipologico sono attribuibili all’area appula e sono databili tra l’età arcaica e quella ellenistica (dal VI al IV secolo a.C.). Si segnalano infine un gruppo di statuette di epoca ellenistica (IV-III secolo a.C.) e numerose lucerne risalenti ad età romana.
Il valore dei reperti sul mercato clandestino è stimabile in poco più di due milioni di euro.
In collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici, la Guardia di Finanza cercherà ora di risalire ai siti di provenienza dei reperti.
"La nostra soddisfazione - commenta il comandante Cesare Maragoni - nasce dalla possibilità di restituire allo Stato e alla collettività un patrimonio comune di inestimabile valore. Il traffico illecito di reperti archeologici - prosegue - è un mercato in mano alla criminalità che ne ricava, attraverso il riciclaggio, enormi flussi di denaro che sfuggono ad ogni controllo". Il pezzo più importante della 'collezione' è un cratere di ceramica rossa, dal valore di 150mila euro. Ma anche quello che all'occhio inesperto può sembrare privo di significato materiale, si attesta tra gli 800 e i 1.000 euro. "La Guardia di Finanza, da sempre impegnata nell'attività di prevenzione e repressione dei reati contro il patrimonio culturale, opera con lo spiegamento di un consistente apparato di uomini e mezzi, sia a terra che in mare, in collaborazione con le competenti Soprintendenze. In particolare - scrivono dal Comando sannita - il Corpo, in virtù dei poteri derivatigli in campo tributario e atteso che l'illecito traffico di beni storico-artistici sottende anche reati di evasione fiscale, esplica la propria attività spaziando da controlli di carattere prettamente amministrativo fino a quelli più propriamente aderenti ai compiti di tipo tributario, affidato a personale specializzato".
Visibilmente soddisfatta anche Luigina Tomay che sottolinea il "grandissimo valore materiale e culturale degli oggetto recuperati. Nel beneventano - aggiunge - è molto diffusa la pratica degli scavi clandestini nelle aree di necropoli delle antiche comunità". Un dato su tutti: nell'area del Sannio-Caudino, tra Montesarchio e S. Agata de' Goti, i due terzi delle tombe sono già state depredate prima che siano arrivati archeologi della Soprintendenza. Solo poche volte, però, si riesce a risalire ai responsabili.
Ora, sarà avviata la fase processuale. Se si riuscirà a dimostrare l'illecita provenienza, i reperti confiscati saranno trasferiti in carico alla Soprintendenza e dovranno trovare una collocazione per essere ammirati da tutti.
Laura De Figlio

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