Lautaro Martinez e il 'caso bestemmia': perché non è stato squalificato?
(Adnkronos) - Lautaro Martinez ha patteggiato. Il 'caso bestemmia' scoppiato dopo Juventus-Inter, con l'attaccante nerazzurro che, immortalato dalle telecamere, sembrava aver pronunciato un'espressione blasfema, si è chiuso con un ammenda da cinquemila euro.
Nessuna squalifica, la sanzione prevista dal regolamento in caso di blasfemia, quindi per l'argentino, con la giustizia sportiva che stava indagando per accertare se Lautaro avesse effettivamente bestemmiato oppure no. Ma perché non c'è stata squalifica?
Dopo la sconfitta di Torino, con la Juventus che vinse 1-0 contro l'Inter grazie al gol di Conceicao, le telecamere avevano ripreso Martinez pronunciare quella che sembrava a tutti gli effetti una frase blasfema. Il video aveva fatto il giro del web, con molti tifosi, soprattutto quelli avversari, che si erano indignati per la mancata sanzione.
A difendersi dalle accuse però era stato proprio Lautaro: "Non ho mai bestemmiato, mai. Io cerco di insegnare sempre il rispetto ai miei figli, questa accusa mi ha dato molto fastidio", aveva detto l'argentino al termine della partita contro il Genoa, giocata la giornata successiva. A prendere le parti dell'attaccante nerazzurro era stato anche il tecnico dell'Inter Simone Inzaghi: "Quando c’è di mezzo l’Inter, si parla sempre tanto. Lautaro lo conosciamo tutti, non l'ho mai sentito dire una parolaccia", aveva detto in conferenza stampa, "ci tiene molto, è una persona di valori, sebbene possa capitare, anche all’allenatore. Lui però, in tre anni e mezzo, non l'ho mai sentito bestemmiare".
Il regolamento parla chiaro. L’articolo 37 del Codice di Giustizia Sportiva prevede infatti che 'in caso di utilizzo di espressione blasfema, in occasione o durante la gara, è inflitta ai calciatori e ai tecnici, la sanzione minima della squalifica di una giornata'. La Giustizia Sportiva, attraverso il sito ufficiale della Figc, aggiunge inoltre che 'al riguardo è illegittima l’attenuazione della sanzione da parte del giudice di primo grado che ha proceduto ad una conversione di una sanzione interdittiva (quale quella della squalifica) in una sanzione pecuniaria, in assenza, all’interno del CGS, di qualsiasi previsione in tal senso'
A 'salvare' Lautaro dalla squalifica immediata è stata l'assenza di audio. I filmati infatti riproducono soltanto il labiale, senza il sonoro, condizione che non basta per accertare la colpa di un calciatore. L'espressione blasfema, per essere sanzionata, deve essere inequivocabile e andare oltre ogni ragionevole dubbio. Negli anni scorsi anche Bryan Cristante, centrocampista della Roma, non fu squalificato per mancanza di sonoro.
La Procura ha aperto un fascicolo, acquisito tutti i filmati girati da Dazn e, secondo quanto è filtrato nelle scorse settimane, è riuscita a risalire al sonoro dell'episodio, che certificherebbe la bestemmia. Considerato però l'allungarsi dei tempi, con l'apertura delle indagini che prevede necessariamente un procedimento davanti al Tribunale federale nazionale, Lautaro e l'Inter si sono trovati di fronte a una scelta. Andare a giudizio di fronte al TFN, rischiando così la canonica giornata di squalifica, oppure patteggiare dimezzando la sanzione.
Il patteggiamento, a livello giuridico, non rappresenta necessariamente un'ammissione di colpa. Lautaro, e l'Inter, hanno quindi deciso di chiudere il caso anticipando la fine delle indagini e l'inizio del procedimento, con l'argentino che, come comunicato dalla Figc, pagherà 'soltanto' una multa: "A seguito dell’accordo di patteggiamento raggiunto dalle parti il calciatore dell’Inter Lautaro Martinez è stato sanzionato con un’ammenda di cinquemila euro".
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