12/04/2013   10:11 3692

'Caffé filosofia', secondo incontro a S. Giorgio del Sannio


NOSTRO SERVIZIO - Il Caffè “Monet” di San Giorgio del Sannio ha ospitato, nella serata di giovedì 11 aprile, il secondo incontro del “Caffè Filosofia”. Tema della serata: “La Democrazia”. Animatori dell’iniziativa i docenti dell’Istituto “Virgilio” di San Giorgio del Sannio: Eusapia Tarricone, Anna Cavuoto, Angela La Franceschina e Rino Ianaro, esponenti, rispettivamente, della componente Classico, Scientifico e Chimico Biologico. Numerosi i giovani presenti all’incontro insieme ad adulti desiderosi di ascoltare e partecipare alla discussione. Dopo la lettura ed il commento di varie riflessioni sulla democrazia di pensatori ed intellettuali come Karl Popper,George Washington, Giovanni Giolitti, Indro Montanelli, l’incontro è proseguito con interventi dei presenti che si sono interrogati sul significato del termine democrazia e sull’attualità di tale concetto. Un primo intervento ha subito proposto la negatività della democrazia nel suo significato di ‘ dittatura della maggioranza sulla minoranza’, sulla falsariga del pensiero di Alexis de Tocqueville.
Al modello tradizionale dell’istituzione democratica, viene contrapposto il modello hegeliano dell’individuo libero di pensare, che non può destabilizzare lo Stato perché di questo è pura emanazione.. Immediatamente uno dei giovani avanza l’ipotesi che sarebbe forse preferibile un sistema autoritario che garantisse il funzionamento dell’apparato statale. Viene subito sollevata, da un altro partecipante, il peso delle conseguenze che tale autoritarismo può produrre, ma inaspettatamente, si finisce, da parte di alcuni presenti, con il giustificare questa scelta che avrebbe il merito di impedire il blocco della funzionalità statale, come sta accadendo in questi giorni all’interno del nostro Parlamento. La democrazia, ben presto, viene definita “un ideale impossibile da raggiungere”e all’obiezione relativa al fatto che una guida autoritaria può anche prendere decisioni sbagliate, qualcuno rilancia con la domanda :” ma chi decide che ciò che viene deciso è sbagliato?”. Qualcun altro ricorda che, in ambito politico, maggioranza e minoranza sono sottoposti alle norme costituzionali, dunque anche la convivenza sociale deve la sua esistenza a regole condivise che rappresentano il cuore della democrazia. Essa, inoltre, garantisce l’individuo ed i suoi diritti, solo quando è “malata” non offre le stesse garanzie. Viene poi affermato che la democrazia può nascere e vivere solo quando un popolo sa rinunciare agli interessi individuali e personali perseguendo, invece, l’utile e il bene comune. Quando essa finisce col diventare dittatura della maggioranza, siamo al cospetto del frutto di un popolo non pronto. Viene poi avanzata l’ipotesi che essa ha bisogno, per funzionare, di chi ha la capacità di ben governare e fare il bene di tutti, di qualcuno che non pensi al suo bene, ma a quello di tutti e per questo deve essere indicato dal popolo, l’unico che possa e debba scegliere, correndo anche il rischio di sbagliare. La democrazia può anche sfociare, però, nella demagogia e nel populismo, ricorda una giovane,come è infatti accaduto nell’ultima competizione elettorale dove, da parte di alcune forze politiche, si è promesso l’impromettibile, pur di ottenere il consenso ed il voto. Ma oggi c’è la democrazia? Ci si chiede.
Premesso che viviamo un momento di degenerazione politica in generale, forse, afferma un ragazzo, sarebbe utile e necessario un ricambio generazionale alla guida del paese. Gli anziani, dunque, non sanno garantire la democrazia? La guida partecipata di giovani ed anziani deve essere gestita da persone capaci e responsabili che sappiano fare il bene collettivo, afferma un altro. E’ necessario però difendere la democrazia come il migliore dei sistemi politici, dice una giovane, essa garantisce libertà, uguaglianza, diritto, ‘fa scegliere’ e consente, nell’esercizio di tale diritto, anche di sbagliare.Cosa è però quel bene comune che essa dovrebbe garantire? Non possiamo dimenticare, dice un altro convenuto, il relativismo che diversifica il suo significato, non sempre infatti esso è uguale per tutti e dunque è necessario stabilire regole precise anche per il suo conseguimento. D’altra parte, se nel sistema democratico c’è qualche svantaggio, molti sono i vantaggi che esso assicura, primo fra tutti la garanzia della libertà individuale.
Se c’è qualche svantaggio, afferma una ragazza, esso è frutto dell’ignoranza che spesso accompagna un popolo, quell’incapacità di approfondire i messaggi demagogici e populistici fidandosi solo di simpatie o antipatie spesso immotivate, un’ignoranza che si combatte solo con l’approfondimento personale ed una maggiore attenzione allo studio dell’Educazione Civica nelle scuole. D’altra parte non possiamo dimenticare, dice un giovane, che nel mondo della comunicazione, l’ignoranza, come la conoscenza, è una scelta.
Non dimentichiamo, continua, che l’ignoranza favorisce tutti i poteri. Senza sottovalutare il diritto di voto conquistato, ci si chiede se dobbiamo continuare a delegare le nostre scelte e se ad una democrazia delegata non fosse da preferirne una partecipata dal basso. Contemporaneamente però, viene subito sollevato il tema della pericolosità di tale soluzione e quello della opportunità di fare della democrazia un obiettivo, più che una meta raggiunta ed a volte insoddisfacente, una pratica quotidiana che parta dai gesti e dai rapporti quotidiani, e giunga all’affermazione di quel senso civico senza il quale è impensabile qualunque democrazia.
Esercizio di riflessione filosofica dunque, che ha trovato, nel confronto sereno e motivato, un momento di significativa pratica democratica.

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