08/03/2013   10:23 4759

'Caffé filosofia', primo incontro a S. Giorgio del Sannio


Negli spazi del Caffè Monet di San Giorgio del Sannio si è tenuto, nella serata di giovedì 7 marzo, il primo incontro di “Caffè filosofia”, appuntamento voluto ed organizzato da motivati docenti degli indirizzi Classico, Scientifico e Chimico Biologico dell’Istituto Superiore “Virgilio” di San Giorgio del Sannio. L’iniziativa è nata dalla volontà di riportare la filosofia tra la gente come momento di confronto e crescita collettiva, sfatando l’aurea accademica che troppo spesso caratterizza l’arte filosofica e portando ciascuno alla consapevolezza di essere, in ogni momento della propria esistenza, protagonista di scelte e convinzioni che indirizzano comportamenti ed atteggiamenti, tutto nella sana tradizione dialettica che ha caratterizzato il nascere stesso della filosofia. Il tema dell’incontro, “la libertà”, argomento di grande attualità, pur se di non semplice definizione. Numerosi i giovani e gli adulti che hanno voluto partecipare all’iniziativa, tutti desiderosi di esprimere il proprio punto di vista ed attratti dal principio dell’ assoluta autonomia espressiva, cosa fondamentale per i ragazzi che non si sono sentiti costretti a compiacere nessuno, ma determinante anche per gli adulti, che hanno avuto l’occasione di confrontarsi con l’universo dei giovani, scoprendo la loro insospettata maturità riflessiva. Dopo la citazione di brevi frasi di Voltaire e J.S. Mill da parte dei docenti animatori per dare l’avvio alla riflessione generale, i ragazzi presenti hanno subito chiesto la parola per esprimere il loro concetto di libertà. Si è avanzata la definizione del termine come modo di relazionarsi con gli altri senza aver paura di chi ci sta di fronte e dunque senza temere il contrasto altrui, un ragionamento che porta a definire la libertà come ‘coraggio’. La riflessione si sposta sul tema delle libertà negate a etnie diverse, come quelle di colore. L’interesse si appunta poi sui multiformi aspetti che essa assume nella società, come la libertà di parola o di voto e le circostanze storiche e sociali che spesso le limitano. Se libertà è considerazione delle diverse opinioni e dunque rispetto reciproco, un’allieva tende a precisare che essere liberi e manifestarlo, produce spesso il rischio di essere emarginati e considerati fuori dalla consuetudine sociale. Un altro allievo lamenta il ruolo che svolge spesso il pregiudizio nella indipendente espressione del pensiero, da cui la definizione di libertà come impegno. Ma esiste davvero la libertà di pensiero? O forse troppo spesso c’è la forte influenza di chi vuole condizionarla? Si giunge dunque ad affermare che essa non esiste, è un pura illusione, come precisa una signora intervenuta nella discussione, perché essa è sempre oggetto di condizionamenti esterni. Eppure essa è ‘un dono’ che tanti , prima di noi, hanno conquistato a prezzo di grandi sacrifici e di cui oggi noi godiamo, spesso incuranti degli sforzi per ottenerla, precisa un giovane. Una ragazza tiene a evidenziare le differenti libertà fra uomini e donne, un altro giovane parla di libertà in termini di relativismo culturale, fino alla ulteriore precisazione della differenza fra libertà come manifestazione sociale e quella deterministica della natura, in cui le leggi che la governano negano ogni forma di libera scelta. Secondo qualcuno essa esiste solo in astratto, spesso la società infatti è impostata su regole che finiscono con il limitarla e dunque negarla. Se è vero che la razionalità è caratteristica tutta umana, viene posto il problema del suo ruolo come freno della istintualità, forma originale ed unica della libertà umana. Viene poi sollevato il tema della libertà come valore sociale, la cui manifestazione trova però spesso nella religione un forte vincolo. E se la libertà fosse, a volte, eccessiva fino a produrre azioni estreme non condivisibili? O magari, quando è troppo ampia, finisse con il produrre il bisogno di nuove e mai sufficienti libertà? Se è vero che dalla discussione generale emerge una sostanziale uguaglianza fra il modo di concepire la libertà fra giovani e adulti, come giustificare la negazione di essa nei fenomeni di femminicidio? Dov’è il rispetto di essa quando assistiamo a fatti di violenza sulle donne? Segue una condivisa considerazione della profonda differenza fra libertà e libertinaggio. La libertà può però essere anche solo una sovrastruttura che consente la sopravvivenza nella società, afferma con scetticismo un giovane, una costruzione artificiosa che si risolve in una forma di ribellione alla natura o per dichiararsi superiore ad essa. Se essa non esiste come valore assoluto, viene dichiarato, la cosa importante è però il sentirsi liberi, anche se in fondo la nostra vita non è mai frutto di nostre vere scelte, dal momento della nascita, fino a quello del fine vita. La conclusione del confronto però non è amara, perché in chiusura si è giunti alla convinzione che la ricerca della libertà è soprattutto ricerca della felicità.
Interessante confronto che ha finito per diventare, per tutti i presenti, momento di crescita ed, inconsapevolmente, maturazione di un significativo atto filosofico .
Eusapia Tarricone

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