Alla Giornata del Mezzogiorno la strada in salita della transizione energetica 18/09/2025   15:24 155

Alla Giornata del Mezzogiorno la strada in salita della transizione energetica


BARI (ITALPRESS) – La questione energetica è stata al centro dei lavori della seconda Giornata del Mezzogiorno, promossa dalla Camera di Commercio di Bari nell’ambito dell’88a Fiera del Levante. In un dibattito vivace e in alcuni passaggi estremamente tecnico, sono state discusse e formulate proposte su produzione, importazione e soprattutto costi dell’energia, nonché su una transizione energetica che negli ultimi mesi in Occidente sembra aver smarrito slancio.

Eppure, seppur chiedendo una transizione “flessibile e pragmatica”, la decarbonizzazione, lo ha ricordato Draghi all’Europa lo scorso 16 settembre, resta “il percorso migliore a lungo termine per raggiungere l’indipendenza energetica”. Forse l’unico.

Oltretutto cambiamento climatico e inquinamento da carburanti fossili non sono un’invenzione ideologica, lo ha ricordato Antonio Decaro, nella sua veste di presidente della Commissione Ambiente del Parlamento europeo.

E inoltre la transizione ecologica diventerà per tutti una strada obbligata, muoversi per tempo e con convinzione diventa quindi anche un fattore di competitività.

“Lo dimostrerebbero le scelte cinesi – sostiene Decaro – che, ad esempio, ha puntato sulla mobilità elettrica per la sua maggiore efficienza ed economicità”.

Ma di questo orientamento ad energie alternative non mancano tanti esempi in Italia e nel Sud, con industrie che si muovono verso l’idrogeno e stanno presentando nuovi modelli di treni e autovetture, non più soltanto prototipi.

Un controcanto arriva da Davide Tabarelli (Nomisma), che pur precisando di non essere certo un negazionista ha invitato a rivedere gli ambiziosi obiettivi del Green deal europeo, dotarsi di un utile realismo, consapevoli che “l’80% dell’energia nel mondo si produce ancora con i fossili e l’Europa contribuisce all’inquinamento atmosferico soltanto per il 6%”. Non va neppure dimenticato che l’energia prodotta da eolico e solare incontrano anche difficoltà nell’accettazione da parte dei territori.

Un effetto Nimby sul quale si sono soffermati sia Chicco Testa (Assoambiente) sia Gianna Elisa Berlingerio (Regione Puglia), che in Puglia guarda con attenzione anche a promuovere l’autoconsumo, non soltanto per un abbattimento dei costi (oggi contenuto in virtù degli incentivi pubblici) quanto per un coinvolgimento del territorio.

Necessità evidenziata, nel suo intervento iniziale, anche dalla presidente della Camera di Commercio di Bari, Luciana Di Bisceglie, che – chiedendo un quadro regolatorio sempre più chiaro – ha invitato a riflettere sul complesso equilibrio tra delicatezza dei territori, aumento del fabbisogno energetico locale e responsabilità di lasciare un futuro sostenibile alle nuove generazioni.

Il tutto, – secondo Nicola Rossi (Università di Torvergata) – senza però farsi intrappolare in eccessive discussioni e perdite di tempo.

Il TAP pugliese insegni.

Sull’urgenza di rispondere al fabbisogno energetico in forte crescita, in Puglia richiesto anche dall’abbondare dei Data Center, Simona Benedettini (Race Consulting) ha ricordato gli ultimi dati di Terna, con richieste di connessioni alla rete che hanno superato a fine febbraio 2025 i 350 Gigawatt.

Due terzi delle richieste arrivano dal Meridione, un segnale inequivocabile sebbene si parli ancora di potenzialità.

E proprio sulla rete si è soffermato anche Renato Mazzoncini (A2A) perché l’esistenza ancora di molti colli di bottiglia impedisce una distribuzione migliore tra territori di produzione e di consumo, con differenze nei costi (talvolta anche abissali) e nei prezzi al consumo che, per obblighi di perequazione, restano identici in tutto il Paese.

Quanto al peso del gas sul prezzo finale dell’elettricità, ha voluto precisare che a innalzare il costo finale della frazione GNL statunitense sono soltanto i costi di trasporto e rigassificazione.

E su quello finale dell’elettricità quasi tutti i relatori sono stati concordi nel ritenere che debba essere il mercato l’arbitro più legittimo e corretto, piuttosto che interventi come il disaccoppiamento delle singole voci di formazione del prezzo.

Salvo, come ha evidenziato Tabarelli e soprattutto Chicco Testa, se si intende venire incontro alle esigenze delle famiglie, intervenire sull’enorme peso degli oneri fiscali che in taluni casi si muovono, tra l’altro, con un criterio regressivo rispetto ai redditi famigliari.

Altrettanto sulle accise dei carburanti.

Perché energia non è soltanto elettricità.

– foto ufficio stampa Camera di Commercio di Bari –

(ITALPRESS).

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