Aggressione choc in autogrill a famiglia ebrei, genero: "Mio suocero preso a calci e pugni, abbiamo paura" 28/07/2025   18:46 132

Aggressione choc in autogrill a famiglia ebrei, genero: "Mio suocero preso a calci e pugni, abbiamo paura"


(Adnkronos) - "Mio suocero abita in Francia e lì una cosa del genere non gli è mai successa. In Italia invece la gente non si fa problemi a picchiare un padre davanti a un bambino. Ecco in che direzione sta andando la nostra bella Italia. Purtroppo noi ebrei dobbiamo avere paura". A dirlo all'Adnkronos è il genero italiano del turista francese di religione ebraica aggredito ieri in un'area di sosta dell'A8 a Lainate, nel Milanese, mentre si trovava con il figlio di sei anni (VIDEO). 

La vittima, di 52 anni, era in Lombardia per qualche giorno, a trovare la figlia maggiore, residente a Milano con il marito. La famiglia era andata a fare una gita a Stresa, spostandosi con due auto: in una il genero, con moglie e fratello di 12 anni. Nell'altra i suoceri con il bimbo più piccolo, di appena sei anni. Già nel parcheggio dell'area di servizio, un gruppo di persone ha iniziato a rivolgere loro insulti. Tanto che la signora, spaventata che in loro assenza potessero rigare l'auto presa a noleggio, ha deciso di non muoversi di lì. Nel frattempo il marito di 52 anni ha accompagnato il bimbo in bagno. 

Riconoscendo l'origine ebraica dalla kippah che indossava, un gruppo di persone ha iniziato a insultarlo dentro all'autogrill. "Andate a casa vostra, assassini", "qui siamo in Italia, siamo a Milano", "andrete all'inferno prima o poi", oltre a numerose grida per la "Palestina libera". Una scena ripresa con il cellulare dal 52enne, che poi è sceso al bagno, al piano inferiore. 

Da lì ha chiamato il genero, che aveva da poco lasciato l'area di servizio di Lainate. "Appena mi sono rimesso in autostrada, ricevo la chiamata da mio suocero. All'inizio sentivo solo delle urla, poi lui in francese mi dice: 'Chiama la polizia, chiama la polizia, mi stanno aspettando sopra, vogliono picchiarmi'", racconta l'uomo, che dopo aver chiamato il 112, è tornato indietro. "Sono arrivato che la polizia era già lì e gli aggressori erano già scappati. Mio suocero era fuori dall'autogrill, con gli occhiali rotti e dei segni di botte sul corpo". 

Nel frattempo, infatti, nell'area di servizio il gruppo di aggressori è passato dalle parole alle mani. "L'hanno aspettato fuori dal bagno e non volevano farlo tornare su. Gli hanno detto di cancellare il video, ma lui si è rifiutato e così in un attimo la situazione è degenerata: hanno iniziato a spingerlo e a mettergli le mani addosso. Gli hanno rotto gli occhiali e l'hanno messo a terra, colpendolo con calci e pugni. All'inizio erano in tre su di lui, poi si sono aggiunti anche una signora e un anziano, che hanno approfittato del fatto che era a terra e in minoranza, per dargli anche loro dei calci". Il tutto sotto gli occhi del bambino di sei anni, ovviamente "turbato per aver visto il padre ricevere botte. Non capisco perché si possa arrivare a tanto", dice il genero, sottolineando anche il fatto che l'aggressione è avvenuta in un posto pubblico, ma "nessuno è intervenuto per calmare la situazione e per prendere le difese di mio suocero". 

L'uomo ha sporto denuncia, raccolta nell'area di sosta dalla pattuglia della sottosezione di Busto Arsizio - Olgiate Olona della Polizia stradale. Questa mattina la famiglia è ripartita in aereo per Parigi. "Mio suocero abita in Francia e la cosa paradossale - come mi ha detto - è che lì non gli era mai successa una cosa del genere, ma gli è successa in Italia", racconta il genero, che invece purtroppo non è sorpreso dell'accaduto. "Io ormai da qualche mese esco di casa con un berretto per nascondere la kippah sulla testa. Se non lo faccio, nove volte su dieci mi prendono a insulti", racconta. "Qualche mese fa uno mi ha seguito per quattrocento metri, insultandomi. Un'altra volta ero con mia moglie incinta all'ottavo mese e in strada un gruppetto di tre ragazzi ci ha sputato contro, dandoci degli 'sporchi ebrei' e facendo gesti volgari. La situazione purtroppo è questa: noi ebrei un po' di paura l'abbiamo", conclude. (di Alice Bellincioni) 

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