Unitab Europa, Masiello eletto presidente “Uniformare mercato e regole” 24/09/2025   18:35 178

Unitab Europa, Masiello eletto presidente “Uniformare mercato e regole”


NAPOLI (ITALPRESS) – Si è concluso a Napoli il 38° Congresso di Unitab Europa, l’associazione del produttori europea che avrà una guida italiana, con l’elezione del neo presidente Gennarino Masiello. Attuale vicepresidente nazionale di Coldiretti e Presidente di ONT Italia, Masiello guiderà l’Unione Europea dei Produttori di Tabacco, attiva dal 1952 nella difesa degli interessi del settore. “Innanzitutto il mio ringraziamento va alle delegazioni degli 11 paesi presenti che si sono espresse in mio favore – ha detto -. Ora ci aspettano grandi responsabilità: Unitab Europa rappresenta oltre 20mila imprese agricole coinvolte in questa filiera, 50mila ettari di coltivazioni. Abbiamo davanti a noi un gran lavoro da realizzare, in relazione al mercato e alle politiche che dovranno interessare il tabacco. I Paesi aderenti a Unitab Europa sono caratterizzati da varie esperienze, proprio per quanto riguarda mercato e regole. Il nostro obiettivo è quello di uniformarle, valorizzando approcci di filiera come nel caso dell’accordo di filiera Coldiretti-Philip Morris, e di regole equilibrate, affinchè tutti abbiano le stesse condizioni, con uno sguardo al ricambio generazionale per il futuro del settore”.

“Ci tengo particolarmente a fare i miei complimenti a Gennarino Masiello come nuovo Presidente di UNITAB Europa – le parole di Cesare Trippella, Head of Leaf EU Philip Morris Italia -. E’ stato un onore per me partecipare al congresso, un’occasione importante per condividere sfide e opportunità per il settore tabacchicolo europeo, che nel corso degli ultimi anni ha vissuto una trasformazione profonda. Philip Morris ha avviato un percorso di filiera, rinnovato fino al 2034, che va ben oltre l’acquisto di materia prima, con l’obiettivo di contribuire alla sostenibilità economica e sociale della filiera tabacchicola. Siamo il principale acquirente di tabacco in Italia e non solo, investiamo in progetti che favoriscono l’innovazione, la sostenibilità ambientale e digitale e la formazione per favorire il ricambio generazionale. Tutto questo è stato possibile anche grazie a un sistema regolatorio equo e bilanciato che ha permesso alla filiera di crescere, e ci auguriamo che le scelte future dell’Europa continuino a promuovere l’innovazione nel settore”.

Denis Pantini, responsabile agrifood di Nomisma, tracciando il quadro del settore ha ricordato che “la filiera tabacco-nicotina europea (dalla produzione di tabacco alla distribuzione dei derivati) esprime rilevanti valori economici ed occupazionali (diretti, indiretti e indotti) a cui si sommano ingenti contributi alle entrate fiscali degli Stati Membri e alla bilancia commerciale europea. Solo l’Italia pesa il 13,8% nel gettito Ue da accise sui derivati del tabacco, mentre il valore della produzione italiana pesa il 30,1% in Europa, ed è la prima”.

Un settore che ha bisogno di politiche adeguate: “Il pericolo che si profila per l’Unione Europea – ha spiegato – è quello di una progressiva e inesorabile perdita di tali valori, già oggi a rischio a causa di competitor più aggressivi e sicuramente meno sensibili alla salute dei cittadini (come dimostra la crescita del mercato illecito delle sigarette che già oggi “ruba” quasi 20 miliardi di euro alle casse degli Stati Membri)”.

Secondo i dati ISTAT, nel 2024 il settore del tabacco greggio in Italia ha espresso un valore complessivo di oltre 150 milioni di euro, generando lungo l’intera filiera circa 45.000 posti di lavoro. Un comparto che, oltre al peso produttivo diretto, ha anche un forte effetto moltiplicatore sugli altri settori collegati tra cui la meccanica, dove anche in questo caso l’Italia esprime una leadership globale. Nel 2025 la superficie coltivata a tabacco ha raggiunto gli 11.671 ettari, con una produzione stimata di 43 milioni di chilogrammi, frutto del lavoro di quasi 1.200 produttori. E’ una realtà fortemente radicata in quattro regioni – Umbria, Veneto, Campania e Toscana – che da sole concentrano il 98% della produzione nazionale.

Dal dibattito di Napoli sono emerse due priorità: il rafforzamento del dialogo con le istituzioni e la definizione di un rapporto stabile e trasparente con il mercato.

Da un lato, è stata sottolineata la necessità che le istituzioni europee riconoscano il ruolo strategico della tabacchicoltura. Un settore che, con oltre 45.000 addetti in Italia e una forte incidenza occupazionale nelle aree rurali più fragili, contribuisce alla coesione sociale, economica e territoriale. I delegati hanno ribadito l’urgenza di garantire un sostegno equilibrato nella futura PAC e nelle altre Direttive che coinvolgono il settore, come nel caso della Direttiva sulle accise (TED) e sui prodotti (TPD), di difendere la produzione europea dalla concorrenza sleale delle importazioni extra-UE e di accompagnare la transizione del comparto con politiche di innovazione, digitalizzazione e sostenibilità ambientale.

Per Nicola Caputo, assessore all’Agricoltura della Regione Campania, “anche in assenza di politiche europee specifiche c’è una filiera forte che riesce a reggere il mercato. Le problematiche europee sono note e conosciamo le difficoltà legate al Fondo Unico che vorremmo non si rivelasse una scelta definitiva, anche se al momento sembra esserlo, poichè in questo caso ci sarebbero difficoltà serie. Auspico per il futuro di questo settore che le politiche europee possano non danneggiare nessuno grazie alla chiave di svolta rappresentata dal rafforzamento della filiera tabacchicola che in Campania si sta già verificando grazie ad una classe manageriale che ha capito la situazione e ha rischiato in prima persona”.

Simona Meloni, assessore al PNRR, alle Politiche agricole e agroalimentari della Regione Umbria: “Saluto la presidenza e gli 11 Paesi presenti. Come sempre quando ci sono nomine in contesti così importanti si inaugurano anche nuove stagioni. L’Umbria conta un’identità forte sul tabacco che non è soltanto Pil, ma tradizione, cultura, storie familiari e soprattutto lavoro. Parliamo tanto di sostenibilità ambientale, ma questa senza la sostenibilità economica e sociale non sarebbe niente. La tabacchicoltura in Umbria – ha evidenziato – rappresenta un argine allo spopolamento ed è presidio ambientale per le comunità che resistono. Ma questa resistenza viene messa a dura prova anche dalla direttiva europea come quella per la revisione delle accise. Queste sono scelte scellerate, dettate da un visione confusa. Noi vogliamo sostenere l’ambiente, ma questo non cozza con la produttività. Attraverso patti per i contratti di filiera riusciremo ad affrontare le questioni per come ci vengono proposte. Dobbiamo combattere e lavorare in maniera strategica insieme a tutti gli attori che possono aiutarci ad ottenere grandi risultati in un settore importante per il nostro Paese”.

– foto locandina evento, fonte Unitab –

(ITALPRESS).

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