26/06/2011   11:33 1855

Scheda. Santa Sofia, tra architettura e storia


La chiesa di Santa Sofia - da oggi patrimonio UNESCO -  sorge nella nella piazza precedentemente omonima, oggi intitolata a Giacomo Matteotti. Si tratta di una delle più importanti testimonianze dell'architettura longobarda nella Langobardia Minor, anche se nel corso dei secoli è stata più volte rimaneggiata, fino ad acquisire il suo aspetto attuale.

Fu fondata dal duca longobardo Arechi intorno al 760. Dopo i terremoti del 1688 e del 1702, fu ricostruita in stile barocco. Nel 1951 fu restaurata secondo lo stile originario.

Al centro della piazza antistante la chiesa è presente una fontana con quattro leoni che reggono un obelisco. Il massiccio campanile è rimasto distante, sulla destra a seguito del suo spostamento dopo un terremoto, per evitare che potesse nuovamente abbattersi sulla chiesa. A seguito di quel terremoto, la caduta del campanile provocò la distruzione del protiro che non è stato più ricostruito.

L’interno è un ambiente a pianta centrale con sei colonne, con capitelli corinzi, disposte ad esagono. Colonne e capitelli sono tutti diversi e di derivazione romana e reggono l’alta cupola circolare.

Un giro più esterno è composto da dieci pilastri rettangolari in mattoncini in cotto e tufo alternati con regolarità e, a finire, nel giro più esterno, il muro di cinta a pianta stellare, interrotta al lato dell’ingresso e, in opposizione, in corrispondenza dell’abside.

Un’ardita combinazione di geometrie difficili da realizzare anche perché le colonne sono collegate ai pilastri con archi, costoloni piatti ben sporgenti in mattoncini e i pilastri alle pareti con altri archi che reggono soffitti a botte. Ma la disparità tra colonne e pilastri ha costretto i costruttori a realizzare complicate evoluzioni, uniche nell’architettura medioevale.

La chiesa, nei secoli, ha avuto varie vicissitudini tra terremoti e trasformazioni imposte dagli stili che si sono succeduti. Ma ora è stata restituita al suo aspetto originario anche se non ha più gli affreschi che ricoprivano tutte le pareti. Ne sono rimasti solo alcuni frammenti.

I rifaciementi a seguito dei terremoti
La chiesa subì gravi danni nei terremoti del 5 giugno 1688 e del 1702: a causa del primo crollarono le aggiunte medievali e la cupola primitiva. Già in quest'occasione il cardinale Orsini, il futuro papa Benedetto XIII, volle che la chiesa fosse ricostruita secondo il gusto barocco: nei lavori di restauro, affidati dal 1705 all'ingegnere Carlo Buratti, la pianta fu trasformata da stellare a circolare, furono costruite due cappelle laterali, fu cambiato l'aspetto dell'abside, della facciata, dei pilastri. Furono inoltre distrutti quasi del tutto gli affreschi che ricoprivano la chiesa, dei quali restano solo alcuni frammenti con Storie di Cristo e della Vergine.
Un discusso intervento di restauro nel 1957 ripristinò scrupolosamente, sulla base dei documenti disponibili, le absidi e l'originale pianta della chiesa longobarda ed eliminò le cappelle settecentesche; tuttavia lasciò quasi immutata la facciata barocca.

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