Pietrelcina: rifugiati in protesta. Da 4 mesi attendono il via libera per i permessi
La protesta
Hanno protestato ieri mattina, i migranti in attesa del rinnovo dello status di rifugiati politici allocati in una struttura ricettiva in contrada Fontanelle alle porte di Pietrelcina. Sotto accusa, le condizioni molte volte precarie nelle quali vivono e i tempi burocratici lunghissimi per ottenere l’asilo politico. A quanto si apprende i migranti hanno, intorno alle 10, occupato la sede stradale dell’ex Statale 212 mandando in tilt tutto il traffico veicolare. Un gesto forte, che è servito a dare risalto ad una protesta destinata a spegnersi nel silenzio. Gli oltre trenta rifugiati tra quali somali, afgani, pakistani e bengalesi sono riusciti per qualche ora tenere alta l’attenzione su quella che potremo definire una vera e propria odissea. Hanno smobilitato il presidio della disperazione solo dopo una mediazione non facile visto che, i rifugiati, attendono risposte dalla Prefettura sui loro permessi da 4 mesi.
Stamani a 24 ore dalla protesta è entrato nella struttura Leonardo Masone, consigliere comunale d’opposizione del paese natio di Padre Pio ed anche Nicola Gagliarde consigliere comunale del comune di Pago Veiano. Raggiunto da IlQuaderno.it, gli abbiamo posto qualche domanda, in primis il problema rimarcato dai rifugiati riguardante la mancanza alcune volte d’acqua.
Masone ci dice che “parlando con il gestore, questi dice che le interruzioni d'acqua sono sporadiche e non dipendono da lui, mentre ascoltando i ragazzi la situazione viene delineata in maniera diversa”.
Sei riuscito a visitare la struttura almeno in parte cosa hai visto?
“Beh, le condizioni generali della struttura sembrano buone. siamo riusciti a visitare solo la mensa, io mi sono intrufolato anche nella dispensa e nella lavanderia e mi sembrava tutto regolare”.
Era uscita fuori anche la notizia di una discussione per i famosi 2,50 euro.
“Si ma la discussione è stata relativa al fatto che i 2,50 euro i ragazzi li preferiscono ricevere a fine mese e non giorno per giorno, parliamo di 75 euro complessivi. Inoltre – ha continuato Masone – sembra che domani dovrebbero ricevere il permesso, ma sia loro che io non siamo molto fiduciosi”.
Come hanno vissuto in paese la protesta?
“Credo non bene. Anzi la dico tutta, m’inorridiscono anche i commenti letti sui social network, spregevoli e xenofobi”.
L’approfondimento
Il lungo percorso per il riconoscimento dello status di rifugiato. "In Italia il diritto d’asilo è garantito dall’art. 10, comma 3 della Costituzione – fonte MeltingPot Europa per la promozione
dei diritti di cittadinanza – inoltre può chiedere protezione chi fugge da persecuzioni, torture, guerre, anche se giunto in maniera irregolare e privo di documenti. La richiesta può essere presentata sia presso la Polizia di frontiera che la Questura che a sua volta rilascia un documento di avvenuta richiesta. Il permesso di soggiorno per richiesta asilo, dovrebbe essere rilasciato entro 30 giorni dalla domanda e dopo aver appurato che l’Italia sia la nazione definita all’esaminazione della domanda è che non esistano gli estremi per trattenere il richiedente o nei CIE o nei CARA. Se poi il richiedente ha subito torture può essere messo in moto il Protocollo di Istanbul ‘Manuale per un’efficace indagine e Documentazione di Tortura o altro Trattamento o Pena Crudele, Disumano o Degradante’. Non possono ottenere protezione coloro i quali abbiano commesso un crimini contro la pace, crimini di guerra o crimini contro l’umanità, chi abbia. Isolato i principi delle Nazioni Unite. Dal 22 agosto 2014 D.L. n.119 sono le 20 Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale a decidere, per le domande presentate in Campania, Molise, Abruzzo e Marche la commissione territoriale competente è quella di Caserta, che può dunque stabilire una forma di protezione internazionale, asilo politico o protezione sussidiaria. Il riconoscimento dello status di rifugiato consente:rilascio di un permesso di soggiorno per asilo politico della durata di 5 anni, il rilascio del titolo di viaggio per rifugiati per potersi recare all’estero, il rilascio del tesserino di rifugiato che consente ulteriori rinnovi e pratiche, di fare richiesta di cittadinanza per naturalizzazione dopo soli 5 anni, di ricongiungere la propria famiglia, o effettuare una coesione, in base ai requisiti previsti dalla legge (art.29 bis D.lgs. 286/98), ma senza dimostrare alloggio e reddito, e con facilitazioni per quanto riguarda i documenti attestanti il legame familiare, di avere accesso all’occupazione, all’istruzione all’assistenza sanitaria”. Il Regolamento Dublino II (Regolamento CE n. 343/2003), ha pensionato la Convenzione di Dublino del 15 giugno 1990, e garantisce a ogni richiedente lo status di rifugiato che la sua domanda verrà esaminata da uno Stato membro dell’Unione europea. La richiesta d’asilo è dunque regolamentata dal decreto legislativo n. 251/2007, introdotto per attuare la direttiva europea n. 2004/83/CE, e dal decreto legislativo n. 25/2008, utilizzato per rendere fruibile la direttiva europea n. 2005/85/CE e modificato poi dal Decreto legislativo 3 ottobre 2008 n. 159 e dalla Legge 24 luglio 2009 n. 94.
Michele Palmieri