In Campania si riduce il tasso di disoccupazione, cresce il potere d’acquisto
NAPOLI (ITALPRESS) – Nel primo semestre del 2025 in Campania l’attività economica è cresciuta in misura contenuta, analogamente a quanto avvenuto nello scorso anno.
Secondo le stime della Banca d’Italia, basate sull’indicatore ITER, nella prima metà dell’anno il prodotto è aumentato dell’1,0 per cento rispetto al corrispondente periodo del 2024, un incremento superiore alla media italiana (0,6) e a quella del Mezzogiorno.
L’aumento del prodotto è stato di intensità simile nei due trimestri.
L’espansione dell’attività è stata favorita dai miglioramenti del quadro congiunturale per l’industria e i servizi; le costruzioni hanno invece evidenziato un calo.
Secondo i risultati delle nostre indagini sulle imprese, nei primi nove mesi dell’anno per l’industria l’andamento sfavorevole della congiuntura si sarebbe sostanzialmente interrotto: il saldo tra la quota di imprese con un incremento delle vendite e quella con un calo, negativo nello scorso anno, è risultato moderatamente positivo.
Nell’automotive, è divenuta più intensa la riduzione della produzione negli stabilimenti campani, per il calo sia della domanda interna sia di quella estera.
Tra le imprese dei servizi, le aziende che registrano aumenti delle vendite hanno prevalso in misura più netta su quelle in calo.
Tra i comparti, quello turistico ha beneficiato dell’aumento dei visitatori esteri cui si è legato l’incremento del traffico aeroportuale; il traffico passeggeri nei porti campani ha registrato complessivamente una stagnazione.
Poco più della metà delle imprese dell’industria e dei servizi prevede per i prossimi sei mesi di realizzare un fatturato stabile; la frazione di quelle che si attendono un aumento prevale su quella con attese di riduzione.
I piani di investimento formulati a inizio anno, che prevedevano in prevalenza una spesa in linea con il 2024, sono stati confermati dai tre quarti delle imprese industriali e dei servizi.
Per l’anno prossimo le aziende segnalano attese di ampliamento degli investimenti.
Nonostante l’impulso degli investimenti pubblici degli enti locali, per la realizzazione di interventi di edilizia scolastica e residenziale, e l’avanzamento dei cantieri finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), nel settore delle costruzioni l’attività si sarebbe ridimensionata rispetto al corrispondente periodo del 2024, pur restando su livelli elevati nel confronto storico; il comparto ha risentito del calo particolarmente ampio delle ristrutturazioni abitative, meno sostenute che nel recente passato da incentivi pubblici.
Dopo essersi ridotte nel corso dello scorso anno, le esportazioni campane sono tornate a crescere moderatamente, con il contributo prevalente della farmaceutica.
Contributi positivi si registrano anche dai comparti dei prodotti metallurgici e degli apparecchi elettrici mentre si sono ridotte notevolmente le esportazioni dell’automotive verso i principali mercati di destinazione nordamericani ed europei.
Nel primo semestre dell’anno la crescita dell’occupazione, concentrata nell’industria in senso stretto, si è riflessa in una riduzione significativa del tasso di disoccupazione, che rimane tuttavia oltre due volte superiore alla media italiana; il tasso di partecipazione al mercato del lavoro è rimasto stabile.
È proseguita la crescita del reddito disponibile, grazie all’aumento degli occupati. Il potere d’acquisto delle famiglie si è ampliato, beneficiando della più contenuta dinamica dell’inflazione; i consumi in termini reali sono cresciuti di poco sopra la media italiana.
Il debito delle famiglie si è ampliato a ritmi superiori di quelli della fine dello scorso anno, trainato dai finanziamenti per l’acquisto delle abitazioni, a sostegno della ripresa delle transazioni immobiliari, e dal credito al consumo.
L’espansione dei mutui abitativi ha riguardato prevalentemente contratti a tasso fisso; il costo medio di questi prestiti, diminuito lo scorso anno, si è stabilizzato sul livello dell’ultimo trimestre del 2024.
Nella parte finale del semestre si è interrotto il calo dei prestiti alle imprese, avviatosi nel trimestre finale del 2023.
La successiva ripresa dei finanziamenti, sebbene contenuta, ha beneficiato dell’ulteriore riduzione dei tassi di interesse ma non ha interessato le imprese di dimensioni minori; i criteri di concessione dei crediti da parte delle banche sono rimasti improntati alla cautela.
La rischiosità dei prestiti alle famiglie continua a essere stabile; i principali indicatori rimangono su livelli storicamente contenuti anche per le imprese, che registrano tuttavia moderati peggioramenti nelle costruzioni e nei servizi.
I depositi bancari di famiglie e imprese sono cresciuti, trainati dalle disponibilità, in particolare in conto corrente, delle famiglie.
Il valore dei titoli a custodia, sebbene ancora in crescita, ha rallentato: l’incremento ha interessato prevalentemente le quote di fondi comuni e i titoli di Stato ed è riconducibile per la maggior parte alla sottoscrizione di nuove emissioni.
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS).
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