Sant'Agata de’ Goti: Ritorna la stagione della violenza
NOSTRO SERVIZIO - Ciclicamente Sant’Agata de’ Goti è al centro delle notizie di cronaca per atti di violenza, alcuni a scopo intimidatorio. Le vittime? I politici di turno. L'ultimo episodio, in ordine di tempo, è quello che ha visto coinvolto il Presidente del consiglio comunale di S. Agata de’ Goti, Giancarlo Iannotta. Sembrerebbe, ma il condizionale è d'obbligo, essendo le indagini ancora in corso, che non si possa escludere appunto la pista intimidatoria. Saranno gli inquirenti a stabilirlo, e non è detto che il risultato delle indagini vada in questa direzione. Ma, se così fosse, bisognerebbe chiedersi perché colpire un giovane assicuratore del comune caudino, una persona normale, senza grilli per la testa, uno che se può spendersi per il bene del paese è ben disposto a farlo. Leggendo anche le cronache nazionali, sembra quasi che l'Italia rischi di ricadere nel vortice del terrorismo. Non che l’atto della scorsa notte a S. Agata possa essere catalogato nei grandi numeri del paese Italia, ma in una realtà piccola come quella caudina, dove non succede mai nulla, l’esplosione di un "petardo artigianale" diventa un attentato al pari di quelli nelle grandi capitali del mondo. La domanda da porsi, allora, non è tanto perché il presunto "attentato"
abbia toccato Giancarlo Iannotta, ma cosa sta accadendo a S. Agata in generale. C’è qualcosa che sfugge al cittadino, più o meno attento alla vita politica e sociale del paese? Ci sono movimenti in atto, latenti e poco chiari, che permettono di inserire S. Agata nei grandi numeri degli atti di violenza? Inutile dire che ogni volta che scende in campo la violenza questa sia da condannare, soprattutto poi se ai danni di un giovane amministratore per la prima volta al banco di prova della politica.
Nei mesi e negli anni scorsi S. Agata è stata protagonista di altri atti intimidatori: le lettere minatorie ed i proiettili inviati ad alcuni esponenti dell’amministrazione caudina (l’ex vicesindaco Giovanni Viscusi, l’ex assessore Mario Petti e l’allora Presidente del Consiglio Comunale Angelo Montella) e non ultima l’aggressione proprio nella casa comunale ai danni del sindaco Valentino. In paese la tensione si percepisce e la memoria torna ai giorni del 1985 quando fu ucciso, mentre ritornava a casa, il vicesindaco Angelo Biscardi. Sono episodi tutti diversi e non collegati fra di loro. Alcuni legati alla disperazione (l'aggressione a Valentino), altri ad oscure minacce. Non tutti, insomma, figli dell'intimidazione. Ma tutti marchiati dalla violenza. Che non si giustifica. Senza se e senza ma.