Carmine Agostinelli 04/12/2018   10:31 3443

Progetto Collettivo di Sviluppo Rurale, il sindaco di S. Bartolomeo: "Basta soprusi"


“Ciò che sta avvenendo in questi giorni sul Progetto Collettivo di Sviluppo Rurale  è inaccettabile. Il Sannio non può più tollerare”

“È inaccettabile la considerazione delle aree interne che continua ad avere Napoli e non solo”. Questa la denuncia di Carmine Agostinelli sindaco del comune fortorino di San Bartolomeo in Galdo intervenuto in merito al PSR Regionale.

“In merito al Progetto Collettivo di Sviluppo Rurale (misure integrate 7.6.1 e 6.4.2 del PSR 2014/2020) – spiega il primo cittadino – sembra che Napoli abbia chiesto di bloccare l’iter di pubblicazione delle graduatorie provvisorie. Come dire ‘siete tutti su scherzi a parte’. Si adotta una logica del sospetto (gridando all’imbroglio) quando i risultati delle graduatorie premiano le aree interne ed i piccoli comuni. Addirittura sembra vi sia un’audizione in Commissione Agricoltura per affrontare la questione. Bene. E se audizione deve esserci che ci sia anche su tutte le altre misure del PSR! Analizziamo tutti i bandi pregressi e cerchiamo realmente di capire se tra i diversi uffici provinciali c’è uniformità nell’attribuzione di punteggio oppure se davvero si è sbilanciati a favore di una provincia ed a discapito di altre”.

Agostinelli poi aggiunge: “Il Bando in questione è nato proprio per le aree interne e per i piccoli comuni (prevedendo per gli stessi, punteggi in più), i comuni al di sopra dei 5000 abitanti non potevano proprio partecipare. E se è proprio la Provincia di Benevento ad avere in proporzione il maggior numero di piccoli comuni, è presto spiegato il risultato. Non occorreva certamente mortificare la serietà e la professionalità dei funzionari che in condizioni certamente non ottimali riescono comunque a garantire egregiamente il servizio. A loro esprimo tutta la mia vicinanza e tutto il mio sostegno, morale e materiale. Alla classe politica di questo territorio chiedo di assumere una posizione netta e ferrea: non possiamo più tollerare tali disparità di trattamento, non possiamo più tollerare tali soprusi”.

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