27/01/2011   16:34 14631

L'olio sono io: come il gruppo Mataluni è diventato leader mondiale nella produzione


Nostro servizio - Il più grande stabilimento oleario italiano, il secondo polo produttivo al mondo alle spalle del colosso spagnolo Sos, non si trova nelle grandi aree industriali del Nord ma in provincia di Benevento. Il complesso agroindustriale del gruppo Mataluni è a Montesarchio, in Valle Caudina. Ha avuto la sua espansione massima nell’ultimo ventennio (GUARDA IL VIDEO).

L’industria nacque nel 1934 per volere di Biagio Mataluni: un frantoio oleario elettrico, già all’epoca, dotato di tecnologie all’avanguardia. Il figlio Giuseppe, poi, ha proseguito l’azione paterna, creando il marchio di produzione “Olio Vero”, tuttora in commercio, e organizzando una rete di distribuzione a livello regionale dell’olio prodotto e confezionato. “Dal 1980 – spiega il sito ufficiale del Gruppo - la gestione è passata a Biagio Mataluni, nipote del fondatore e attuale presidente, che ha deciso di imprimere una svolta all’azienda, investendo in tecnologie innovative, associando agli antichi valori e metodi della lavorazione delle olive una moderna filosofia di produzione industriale. Nella metà degli anni ‘80, c'è stato il passaggio da impresa artigianale a industriale, aggiungendo alle tradizionali attività di frantoio un complesso ciclo industriale per la produzione di oli a ‘private label’, perfettamente integrato nella filiera oleicola italiana”. 


Negli ultimi anni, come detto, l’espansione da record. I numeri: il complesso si estende su una superficie di oltre 150mila metri quadrati. Quasi 200 i dipendenti e produzione di oli alimentari per conto di oltre 200 marchi mondiali e aziende leader della grande distribuzione. Il fatturato annuo aggregato, delle società che costituiscono il gruppo, sfiora i 300 milioni di euro. Basta dare uno sguardo allo stabilimento caudino per rendersene conto. Ai giornalisti sanniti ne è stata data l’opportunità, giorni fa, nel corso di un incontro promosso da Roberto Costanzo, già europarlamentare, in collaborazione con l’Assostampa sannita, rappresentata dal presidente Giovanni Fuccio. Abbiamo verificato, così, le numerose le attività che si svolgono nello stabilimento che si erge a pochi metri dall’ingresso del centro abitato di Montesarchio.

Sono distribuite in diverse strutture. Tra queste campeggia il frantoio dove vengono ancora utilizzate le macine in pietra. E poi c'è il centro poligrafico per la realizzazione delle etichette dell’olio. L’attività principale delle aziende del gruppo, comunque, è rappresentata dalla produzione di oli alimentari destinati al consumo domestico, professionale e industriale. E’ il risultato di un insieme di processi che comprendono: la selezione e la lavorazione delle olive attraverso un frantoio all’avanguardia; la raffinazione dell’olio; l’imbottigliamento e il confezionamento degli oli alimentari in bottiglie di vetro, lattine e Pet; la produzione di contenitori in Pet; la produzione di imballaggi innovativi (preforme, tappi, cartoni ed etichette).

“Abbiamo 200 giovani che lavorano qui, quasi tutti di Montesarchio e qualche altro di altre zone della Valle Caudina – ha dichiarato al Quaderno, con orgoglio, Biagio Mataluni -. Abbiamo voluto con grande convinzione fare leva su giovani del territorio, senza importare professionalità esterne. Questo ci ha dato modo, anche attraverso progetti di formazione, di poter fra crescere molto tanti giovani”. Nel corso del 2007 il Gruppo Mataluni ha iniziato la commercializzazione di marchi propri e ha preso il via un processo di acquisizione partendo da marchi storici italiani nel settore degli oli di semi, come 'Topazio' e 'Oio'. Ad aprile del 2009 l’importante acquisizione del marchio “Dante” per 34 milioni di euro. E’ stato, così, riportato in Italia il più celebre tra gli oli, assieme ad altri undici marchi appartenenti alla famosa azienda ligure “Minerva Agricola Alimentare”.

“L’operazione 'Dante' – ha aggiunto Mataluni – non è stata solo commerciale, ma ha puntato in maniera forte sulla valorizzazione dell’olio italiano. Abbiamo subito fatto la scelta coraggiosa di identificare l’olio Dante ‘al 100 per cento italiano’, attingendo soltanto alle produzioni nazionali, principalmente dalla Puglia: una boccata d’ossigeno anche per i produttori”.
Gli oleifici Mataluni rappresentano, da soli, il 70 per cento dell’export per la provincia di Benevento. Ma non è tutto: nel complesso industriale di Montesarchio trovano posto un moderno laboratorio di ricerca specializzato per lo sviluppo di nuove tecnologie e di processi produttivi, oleari e per gli imballaggi. Di recente, è arrivato anche un premio da Legambiente per il progetto re-waste.

 “Siamo riusciti a mettere a punto – ha spiegato Biagio Mataluni - un sistema di estrazione dalle acque di vegetazione delle sostanze polifenoliche, frutto di dieci anni di studio e ricerca. Ci fa avere l’opportunità di rispettare l’ambiente nel settore dei reflui oleari. Un tema rispetto al quale difficilmente, negli anni, si è riusciti a dare risposte concrete”.Si tratta di un progetto cofinanziato dalla Commissione Europea, avviato nel gennaio 2009.

Diverse iniziative dimostrative sono previste allo scopo di incoraggiare l’industria olearia ad adottare tecnologie più pulite nello smaltimento delle acque di vegetazione, convertendo questo residuo inquinante in una fonte di antiossidanti naturali e di energia rinnovabile (biogas). In un momento di profonda crisi economica, dunque, c'è chi può guardare al futuro con ottimismo. “Dal punto di vista complessivo – ha chiosato Mataluni -, l'azienda vive questo momento in assoluta controtendenza rispetto allo scenario attuale e riesce a vivere una grande espansione che contiamo di poter accompagnare con il massimo delle nostre forze e delle nostre energie”.

Sottolinea l’importanza dell’operato del gruppo anche il presidente provinciale della Confederazione Italiana Agricoltori (Cia) Aurelio Grasso che al Quaderno ha spiegato in che modo lo sviluppo di tale azienda potrebbe coinvolgere il mondo agricolo: “Non posso che congratularmi con il gruppo Mataluni per i successi raggiunti, frutto di un’operazione brillante per tutto il sistema economico sannita. Credo che tale espansione possa trainare l’agricoltura: è un auspicio ma anche un’apertura a un possibile confronto onde determinare le condizioni per aiutare a far crescere tutto il settore olivicolo del Sannio. Magari aiutando i piccoli produttori a inserirsi nel mercato e a entrare nelle grandi reti commerciali. Oppure supportando quei produttori che non sono attrezzati per l’imbottigliamento”.
Roberto Russo

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