L'Africa lancia l'unione doganale: quali sfide per l'Europa?


Provano ad aiutarsi a casa loro. 52 su 54 Paesi del continente africano hanno battezzato un accordo di libero scambio (l’acronimo internazionale è AfCFTA), finalizzato a creare un’ Africa senza dazi, in grado di far crescere le imprese locali, il commercio e l’occupazione.

Attualmente il commercio intra-africano è pari al 17% del totale, un livello molto pù basso rispetto al 69% dell’Europa. Il neonato accordo garantirà l'unione doganale in un mercato unico di un miliardo di persone e di oltre due miliardi di dollari di Pil. Nel momento in cui gli Stati Uniti affossano il partenariato trans-Pacifico e il Regno Unito prova con la Brexit a tirarsi fuori dalle regole comuni europee, l'intesa potrebbe rappresentare una sfida importante per l'Europa, come spiega Benedetto Della Vedova, leader di +Europa , già sottosegretario agli affari esteri con Renzi e Gentiloni ed europarlamentare nella V legislatura.

Latte olandese, zucchero francese, manufatti cinesi riempiono gli scaffali dei market africani. Prodotti che potrebbero essere acquistati indoor: in Marocco, Nigeria, Ghana, Sudafrica, ad esempio, che dispongono di un tessuto produttivo sufficiente. La quasi assenza di scambi di vicinato è invece il frutto della giungla di regole e tariffe doganali che ha reso finora il mercato interno costoso e poco appetibile. Con il nuovo corso, le imprese europee si trovano di fronte a una possibile criticità. L'aumento del commercio interno, tra Paesi africani, potrebbe infatti portare alla contrazione di alcune tratte commerciali con l'Europa. Ma sarà una sfida importante, anche in relazione alla sempre più tesa politica commerciale statunitense e all'incognita Brexit con la quale il Regno Unito prova a tirarsi fuori dal mercato unico europeo.

Conclude Della Vedova: "In prospettiva - siccome sull'Africa si gioca la partita di questo secolo, economica, della globalizzazione e delle migrazioni - io credo che l'Europa abbia una grande possibilità, anche per mantenersi ancorata ai propri valori rappresentativi, che sono quelli del multilateralismo, di una progressiva integrazione basata sulle regole e, aggiungerei, sullo Stato di diritto, la democrazia e il mercato libero regolato".

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