L’acquedotto di Solopaca: soluzione fatta in casa…
Dal 23 novembre scorso, per alcuni giorni, metà Benevento è stata assalita dalla crisi idrica. L’acquedotto Torano-Biferno, in Molise, aveva ridotto drasticamente la fornitura. In quell’occasione, la Regione Campania ha proposto all’ente Alto Calore Servizi irpino di utilizzare in soccorso le acque di Solopaca. Passata l’emergenza tutto è rimasto fermo, la città continua a essere servita dal Biferno e da altri tre pozzi locali: Pezzapiana Campomazzoni, Pezzapiana e Pietrafitta.
Ma come stanno le cose a Solopaca? Nel paese telesino vi sono due acquedotti, entrambi dell’Alto Calore. Uno è costruito all’inizio degli anni ’90 ed è situato lungo le pendici del Monte Pizzuto facente parte del Massiccio del Camposauro. Si tratta di strutture in cemento armato che custodiscono al loro interno i pozzi. Abbiamo citofonato per entrare, ma nessuno ha aperto. Gli abitanti del luogo ci hanno spiegato che “prima c’era un sorvegliante di notte, ora sembra non ci sia più nessuno”. L’altro acquedotto è stato inaugurato lo scorso settembre in cima allo stesso monte (una caverna azzurra nel cuore della montagna), ornato da alcune opere dell’artista Mimmo Paladino.
Del primo ci parla Elisabetta Pallante dell’Ambito Territoriale Ottimale “Calore Irpino”. “L’acquedotto di Solopaca ha origine dagli omonimi pozzi. Questi sono localizzati in due zone diverse. La prima, denominata “Pozzo Solopaca”, comprende un unico grande pozzo, con una quantità media derivata di 22 litri al secondo e un conseguente volume annuo di 700.000 metri cubi. La rete di adduzione preleva buona parte dell’acqua per alimentare i serbatoi dei comuni limitrofi, tra i quali Paupisi, Torrecuso, Foglianise, Vitulano.
La seconda zona, chiamata “pozzo 76 ex 204”, comprende nove pozzi diversi, con una profondità di 210 metri e un diametro di 300 per una quantità media derivata di 18 litri al secondo”. Secondo dati risalenti al 2001, la rete di distribuzione è lunga 34,7 km e serve il 96% dei residenti. Il nuovo acquedotto, invece, capta una portata di 200 litri al secondo dalla falda profonda del Camposauro, attraverso la realizzazione di 4 pozzi, profondi 250 metri. La quantità media è di 400 litri al secondo, capaci di servire una popolazione di 150.000 abitanti. “Non abbiamo ancora a disposizione
dati riguardanti il collegamento dell’acquedotto ‘vecchio’ con quello di Monte Pizzuto a Camposauro – dichiara la Pallante -. E’ stato solo preventivato che il campo pozzi ubicato alle pendici del Camposauro capterà parte dei travasi idrici sotterranei, per 0,4 metri cubi al secondo”.
Illustra le qualità delle acque Emilio Porcaro della Gesesa, l’azienda privato-pubblica che gestisce il servizio idrico in città. “L’acquedotto di Solopaca è stato costruito dalla Regione Campania. In base al progetto quei pozzi dovevano essere destinati all’alimentazione di Benevento. Ma l’acqua, all’epoca, aveva una scarsa qualità per via di cloruri molto alti e una durezza (presenza di calcio e magnesio) eccessiva: parliamo di più di 50 gradi francesi laddove il limite è di 50. Avendo la possibilità di utilizzare la fonte del Biferno, questo pozzo non è stato mai attivato per la città.
Durante la crisi di novembre, la Regione Campania aveva chiesto all’Altocalore di immettere parte dell’acqua dei suoi pozzi nel Biferno. L’acqua proveniente era trattata e rientrava nei canoni previsti per il consumo. Ma quei pozzi non sono mai stati passati alla città. Restano lì fermi con una dotazione anche importante. Se trasferissero l’acquedotto di Solopaca al Comune di Benevento, e quest’ultimo a Gesesa, avremmo una fonte alternativa, in casi come quelli verificatisi il 23 novembre scorso”.
Propensi, ma solo a determinate condizioni, all’utilizzo anche il Codacons, l’associazione dei consumatori. “Siamo favorevoli – dice Maurizio Zeoli - a che rimanga la risorsa idrica del Molise, il Biferno. Secondo gli esperti è un acqua qualitativamente migliore e più economica. Date queste premesse, laddove fosse necessario l’apporto di un’ulteriore risorsa idrica per integrare quella del Molise, siamo d’accordo purché si rispettino determinati parametri”.
Totalmente contrario, invece, il parere del Coordinamento delle Contrade di Benevento che in una recente conferenza stampa (consultabile sul portale www.ilquaderno.it) riferendosi ai pozzi di Solopaca ha dichiarato: “Non vogliamo assolutamente acqua dura, di pessima qualità e più costosa”.
Anna Liberatore