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Il 19 marzo, Giornata della Legalità per Don Diana. La nota della Palmieri


In occasione del 19 marzo, “Giornata in ricordo di tutte le vittime della mafia e di quelle sacrificatesi per il valore della legalità”, l'assessore provinciale alle politiche formative e alle politiche sociali della Provincia di Benevento, Annachiara Palmieri, ha inviato a tutti gli studenti del Sannio un messaggio. “18 anni fa, il 19 marzo 1994, Festività di San Giuseppe Artigiano e, dunque, il giorno del suo onomastico, fu massacrato, a colpi di pistola, nella sua Casal di Principe, nella sua Chiesa e mentre si apprestava a celebrare Messa, don Peppino Diana, trentaseienne, coraggioso parroco anticamorra. Il suo martirio non può e non deve essere dimenticato; anzi devono restare sempre scolpite nei nostri cuori le parole che Lui volle dedicare ai suoi concittadini e suoi parrocchiani per condannare il sistema mafioso che strangolava Casal di Principe. Scrisse, infatti, tra l'altro, nel 1991: «"Assistiamo impotenti al dolore di tante famiglie che vedono i loro figli finire miseramente vittime o mandanti delle organizzazioni della camorra. Come battezzati in Cristo, ci sentiamo investiti in pieno della nostra responsabilità di essere “segno di contraddizione”. Coscienti che come chiesa “dobbiamo educare con la parola e la testimonianza di vita alla prima beatitudine del Vangelo che é la povertà, come distacco dalla ricerca del superfluo, da ogni ambiguo compromesso o ingiusto privilegio, come servizio sino al dono di sé, come esperienza generosamente vissuta di solidarietà”. Egli non esitò, nella sua lotta anticamorra quotidiana, intransigente e priva di compromessi, a donare la sua vita per essere quel “segno di contraddizione” che riteneva necessario dovesse partire dalla Chiesa nei confronti del “clan dei casalesi”.
"Don Peppino -prosegue la nota -fu un eroe dei nostri tempi, come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Rosario Livatino, Peppino Impastato, Giorgio Ambrosoli e tanti altri uomini e donne che hanno detto “NO” alla mafia, alla prevaricazione, alla violenza, alla barbarie. Un esempio luminoso, quello di don Peppino, che ripropongo, con reverente umiltà, alla attenzione degli studenti delle nostre Scuole. Il giorno dedicato a San Giuseppe del 2012, “Giornata della Legalità”, non si entra in classe e non si seguono le lezioni. Ma “quella” lezione luminosa di don Peppino deve essere tenuta nei cuori e nelle menti dei ragazzi e delle ragazze, esattamente nella stessa misura ed anzi ancora di più di tutti gli insegnamenti impartiti dai nostri professori. La camorra vuole distruggere la nostra convivenza civile, il nostro paesaggio, il nostro ambiente, la nostra cultura, la nostra stessa dignità come cittadini del mondo. La sua condanna deve essere inequivocabile, nel nome di don Peppino”.

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