Decreto Sicurezza: cosa rischiano "i sindaci ribelli"?


Ne risponderanno personalmente, penalmente e civilmente perchè è una legge dello Stato che mette ordine e regole . Ha commentato così a caldo - il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini - la decisione di alcuni sindaci tra cui Orlando a Palermo e De Magistrisis a Napoli di violare l'articolo 13 del decreto sicurezza.

Al di là della provocazione - Salvini dice "se non credete al decreto, allora rinunciate ai soldi che vi mette a disposizione", cosa rischiano davvero i disobbedienti che hanno sottolineato profili di inconstituzionalità relativi a quegli articoli del decreto che limiterebbero i diritti fondamentali della persona, in questo caso lo straniero?. I prefetti di Palermo e Napoli - dice il Viminale - sono tenuti a deunciare i sindaci e gli ufficiali dell'anagrafe nel caso in cui trasgrediscano la norma. Gli stessi prefetti hanno anche facoltà di annullare l'atto dell'ufficio comunale.

Tra i reati contestabili invece l'abuso in atti d'ufficio . E se la mancata applicazione del decreto dovesse verificarsi - uno degli scenari possibili è l'apertura di un contenzioso tra lo Stato e i comuni con un giudice penale o amministrativo che può sollevare la questione di legimittimità costituzionale del decreto come spiega il presidente emerito della Consulta Cesare Mirabelli che ha detto: "La pubblica amministrazione non puo sollevare questioni di legittimità costituzionale e deve uniformarsi alla legge. Nel caso di una norma disapplicata - continua Mirabelli - potrebbe apririsi un contenzioso con l'intervento di un prefetto o di un'altra autorità".

^ torna in alto Stai leggendo un articolo di > Attualità