Benevento Corso Garibaldi: vendite in vertiginoso calo, gli esercenti non ci stanno
“Il Corso Garibaldi è la mia casa: io qui ci lavoro e ci vivo. Ci trascorro anche i giorni festivi, per riuscire a pagare il fitto del locale”. Parole piene di rabbia e amarezza quelle di Cinzia Pannella che ha l’edicola-tabacchi del Corso Garibaldi, al numero 131. “Ma da quando questa strada – continua l’esercente -, la più importante di Benevento, è stata pedonalizzata, le vendite sono calate”.
Il suo è un attacco mirato contro la passata Amministrazione Civica di centrodestra: “Non ci ha mai preso in considerazione, né come commercianti, né come residenti. Ogni nostra proposta per ovviare alla chiusura al traffico fu irrisa. Non parliamo poi di Luigi De Minico (l’allora assessore alla Mobilità, NDR)… Affermò che il Corso non era di proprietà dei commercianti. Non potevamo decidere nulla in merito: eravamo nessuno”.
Alla nuova Giunta di centrosinistra, invece, la Pannella non attribuisce nessuna colpa: “Si sono mostrati molto disponibili nell’ascoltare le nostre richieste, ma non possiamo pretendere che, in poco tempo, risolvano tutti i problemi”. Secondo lei, però, il calo delle vendite è dovuto anche alle aperture dei due centri commerciali, Buonvento e I Sanniti: “Quando aprono la domenica, io non lavoro!”. I disagi non finiscono qui. La Pannella per il carico e lo scarico, di giornali e stecche di sigarette, ha richiesto un permesso per poter giungere con la macchina sino alla prospiciente Via 3 Settembre, dove è situato il suo deposito. “Il permesso ha una validità di soli tre mesi, dopodiché dovrò rifarlo”.
Quello delle merci costituisce uno dei problemi principali per i commercianti del Corso come Salvatore De Lucia, proprietario dell’omonimo negozio di articoli per l’illuminazione: “Non essendoci parcheggi nei pressi delle nostre attività commerciali il cliente non può caricare la merce acquistata sull’auto. Né posso farlo io: non ho un permesso. Basterebbe un orario di apertura del Corso solo per noi commercianti, destinato al carico e allo scarico”. De Lucia, al contrario di Pannella, condanna anche l’Amministrazione attuale per non aver mantenuto le tante promesse fatte. Come quella di voler aprire una parte del Corso al traffico limitato. Anche le organizzazioni di categoria, sempre a parere di De Lucia, non hanno ottenuto poi molto: ”Abbiamo parlato con la Confcommercio ma
anche loro hanno esternato solo promesse. Sono due anni che il Centro storico è chiuso e non si è fatto mai niente per la nostra categoria”.
Per Cinzia D’Agostino, del negozio Follie Lingerie, due centri commerciali sono davvero troppi. In minima parte, invece, lei attribuisce la crisi delle vendite alla pedonalizzazione del Corso e “alle persone che ancora non sono abituate a parcheggiare la macchina e camminare”. Una soluzione concreta al problema l’intravede nell’organizzare eventi nelle varie piazze: “Sfruttare Piazza Roma, Piazza Santa Sofia e Piazzetta Vari invoglierebbe le persone a recarsi nei nostri negozi”. Circa le Amministrazioni avvicendatesi la D’Agostino si dice delusa sia dalla precedente che dall’attuale.
Altra nota dolente riscontrata nella nostra passeggiata d’ascolto al Corso è stata la mancanza di compattezza degli esercenti. “Ognuno parla per sé e non siamo solidali l’uno con l'altro – è stato come sentire quasi un ritornello –“.
Una visione drammatica della situazione è quella di Mariano Fierro, titolare del negozio Cinefoto di Via Traiano, che se la prende anche con il clima: “A Benevento il calo delle vendite dura da un paio di anni. Ci troviamo innanzi a una situazione drastica. Alla crisi economica va aggiunta l’apertura dei due centri commerciali e la mancanza di viabilità del centro storico. Poi ci si mette il clima: o troppo freddo o troppo caldo, quindi, bisognerebbe sfruttare le mezze stagioni che però non esistono più”. Anche Fierro reclama nuovi parcheggi e il tentativo di collocare un maggior numero di uffici nelle zone limitrofe al Corso.
“L’Amministrazione attuale voleva inserire 200/300 posti con strisce blu nelle traverse del centro storico –aggiunge Antonio Marotti, proprietario del Tabacchi di fronte Piazza Matteotti – poi, però, si sono opposti i residenti, e non se ne è parlato più”. Per un settore di vendita veloce come il suo, la sosta temporanea delle auto, con il Corso transitabile, consentiva maggiori introiti.
Quello qui fornito è solo uno spaccato della condizione assai difficile vissuta dai commercianti. Poi, certo, ci sono pure le loro responsabilità nel calo delle vendite. Ma in questa sede abbiamo soprattutto voluto far sentire la loro voce. A chi di dovere…
Alessia Tornusciolo – Rinaldo Tornusciolo