A Bari il miglior clima d’Italia, sul podio Barletta e Pescara 28/04/2025   9:47 185

A Bari il miglior clima d’Italia, sul podio Barletta e Pescara


BARI (ITALPRESS) – Anche quest’anno è Bari il capoluogo di provincia con il miglior clima in Italia, al primo posto dell’edizione 2025 dell’indice del clima del Sole 24 Ore, pubblicato sul quotidiano di lunedì 28 aprile.

La classifica, aggiornata con i dati forniti da 3bmeteo relativi al decennio 2014-2024, indica quale delle 107 città capoluogo ha il clima migliore, in grado di offrire un maggiore benessere a chi vive sul territorio, in base a quindici parametri che misurano le più frequenti condizioni di “bel tempo”, 5 nuovi parametri in più rispetto alla classifica 2024.

Gli indici che compongono la graduatoria finale sono stati scelti ed elaborati dalla redazione del Sole 24 Ore e validati dal team di esperti meteorologici di 3bmeteo.

Bari si conferma dunque anche quest’anno in cima alla classifica dell’Indice del clima del Sole 24 Ore, prima tappa verso l’edizione 2025 dell’indagine annuale sulla Qualità della Vita.

Il capoluogo pugliese si piazza sul primo gradino del podio, dove era salito già l’anno scorso, seguita da due territori della costa Adriatica: la vicina Barletta Andria Trani, al secondo posto (i dati sono riferiti alla performance media dei tre capoluoghi), e Pescara al terzo posto.

Tre città del Mezzogiorno, per la prima volta dalla pubblicazione dell’indagine (che ha debuttato nel 2019 e viene aggiornata ogni anno al decennio più recente), occupano tutto il podio della classifica.

E – cosa, questa, più consueta – regnano sulla top 10, dove figurano anche Enna (prima classificata nell’indice di calore), Chieti e Catanzaro.

Tra i primi dieci figurano quasi tutti territori costieri e tra questi sono solo tre i capoluoghi di provincia del Centro (Livorno, Pesaro Urbino e Ancona) e uno del Nord, Trieste.

Quest’ultima ha debuttato tra le prime dieci grazie alla leadership nell’indicatore sulla brezza estiva, mentre è ultima (e questa non è una sorpresa) per raffiche di vento.

Non figura nella top 10 la pluri-premiata Imperia: dopo aver occupato il primo e il secondo posto, è scivolata al 17° forse a causa dell’introduzione di nuovi indicatori come i parametri negativi dei giorni consecutivi senza pioggia e delle notti tropicali.

In chiusura di classifica c’è Caserta, preceduta da Terni, dalle province del Nord-ovest (Asti e Alessandria) e dall’Emilia Piacenza, Cremona, Parma e Reggio Emilia.

Le grandi città sono divise in due grandi gruppi: entro le prime 50 posizioni sono piazzate Venezia (15° posto), Cagliari (26 ), Napoli (28 ), Genova (33 ) e Roma (47 ).

Le altre, invece, sono posizionate nella seconda metà bassa della classifica: Bologna, Milano e Firenze sono concentrate, rispettivamente, al 74°, 77° e 78° posto.

Stringendo il focus sui primati locali, positivi e negativi, che possono aiutare a spiegare meglio i posizionamenti nella classifica generale, Agrigento è prima nell’indice di soleggiamento con 9,2 ore di sole al giorno, in media, nel periodo analizzato (2014-24), contro i 6,7 di Belluno, agli antipodi di questa classifica.

La città veneta è anche ultima per numero di giorni freddi (20,55 all’anno, in media, sul decennio esaminato) e per umidità relativa, intesa come quota di giorni fuori dal comfort climatico che sta tra il 30 e il 70% di umidità: sono ben 259,8.

Belluno vanta però un primato, quello del minor numero di notti tropicali (uno degli indicatori di nuova introduzione): le notti in cui si registra, tra mezzanotte e le sei, una temperatura di 20 gradi o più, sono solo 14,3 contro le oltre 137 della provincia di Palermo.

Venezia, invece, è prima per numero inferiore di giornate con una temperatura massima uguale o superiore a 35 gradi, pari a 0,4.

Se si passa a Terni, invece, questo indice schizza a 45,5 giorni, risultando di gran lunga il più alto in Italia.

Le aree interne come Terni risultano penalizzate negli indicatori come quello sull’escursione termica (è penultima, davanti a Rieti) dove invece primeggiano le località di mare.

Lo stesso vale per la circolazione dell’aria che vede in testa Ancona mentre Torino è in fondo alla classifica, quindi con una maggiore persistenza di aria stagnante.

L’indagine prende in esame i dati climatici relativi all’ultimo decennio 2014-2024, rilevati e validati dal team di meteorologi di 3Bmeteo, del gruppo Meteosolutions Srl che gestisce l’omonimo portale di previsioni meteorologiche.

I dati sono stati poi elaborati dall’ufficio studi del Sole 24 Ore e il punteggio finale viene attribuito in base ai 15 parametri climatici presi in esame (soleggiamento, brezza estiva, indice di calore, nebbia, ondate di calore, giorni freddi, precipitazioni estreme, umidità relativa, raffiche di vento, escursione termica, notti tropicali, circolazione dell’aria, caldo estremo, percentuale giorni consecutivi senza pioggia, intensità pluviometrica), riparametrati da 0 a 1000.

Dall’analisi longitudinale dei 15 parametri climatici presi in esame emerge anche l’aumento degli eventi climatici estremi.

In generale si rileva l’aumento di episodi climatici più violenti tra il 2010 e il 2024.

Ondate di calore, notte tropicali e picchi di caldo estremo: nelle città del Nord le temperature medie giornaliere sono cresciute in media di 2,4°C rispetto al 2010 e l’impennata si traduce in fenomeni climatici estremi di magnitudo sempre più elevata.

L’aumento delle temperature si è tradotto ad esempio in eventi di caldo estremo sempre più marcati: le giornate in cui sono stati toccati (o superati) i 35 gradi sono state 11 in più al Sud, passate da 6,4 a 17,6 all’anno; 12,5 in più al Centro, dove si è passati da 6,8 a 19,3 episodi.

Questo tipo di eventi al Nord nel 2010 erano praticamente inesistenti (1,9 picchi di temperatura), mentre oggi se ne contano in media più di 11 all’anno.

Il risultato, nella fascia oraria tra mezzanotte e le 6 di mattina, sono quasi 80 notti tropicali (con temperatura media uguale o superiore a 20°C) all’anno nelle città settentrionali, 36 in più rispetto a quante se ne registravano 15 anni fa.

Gli inverni, inoltre, sono sempre più miti e i giorni di gelo (sotto 3°C) sono sempre meno anche al Nord, passati da 28 a 5 all’anno tra il 2010 e il 2024 (-23 giorni freddi, in media).

Le nevicate sono ormai assenti in Pianura padana negli ultimi due anni.

Analizzando i dati sulle precipitazioni l’analisi si fa più complessa.

I giorni piovosi diminuiscono e i periodi siccitosi sono sempre più lunghi, ma d’estate sale l’intensità pluviometrica media del giorno piovoso (da 9 a 13 millimetri di cumulata per ciascun giorno piovoso, nei 15 anni presi in esame).

In pratica, piove meno ma più intensamente.

I periodi di siccità più lunghi sono stati rilevati ad Agrigento e Cagliari.

Tutti i dati sono consultabili online.

Da lunedì 28 aprile su Lab24, l’area visual del sito del Sole24 Ore, saranno disponibili le classifiche integrali relative ai 15 parametri che compongono l’Indice del clima del Sole 24 Ore: per ciascuna delle città capoluogo prese in esame viene visualizzata una pagella con tutti i dati meteorologici riferiti a pioggia, soleggiamento, vento, ondate di calore, nebbia e così via.

È possibile anche visualizzare in sintesi il trend, città per città, degli eventi climatici estremi.

https://lab24.ilsole24ore.com/indice-del-clima/

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS)

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