Videogame e Poker. Quando il gioco diventa professione, da Stermy al nostro Dario Sammartino
Nella attuale era tecnologica è facile sentire di persone che si sono reinventate e che grazie ad un’idea o a una passione sono riuscite a rivoluzionare la propria vita. Sono tante per esempio le persone che hanno iniziato a pubblicare su web i propri consigli su un certo ambito e in qualche anno sono diventate “guru” in materia, un caso su tutti quello di Salvatore Aranzulla, che da giovane “nerd” è diventato il punto di riferimento per chi ha bisogno di sapere come fare una determinata, ma semplice, cosa al computer.
Non è né l’unico caso, né l’unico ambito. Spaziando infatti si incontrano i collaudatori di videogiochi, ragazzi spesso molto giovani che vengono pagati dalle case di sviluppo propriamente per giocare al fine di individuare bug, ovvero errori e problemi, che possono affliggere il nuovo gioco, e quindi permettergli di correggerli prima della uscita ufficiale del gioco.
Persone, insomma, che si guadagnano da vivere stando davanti al computer e giocando. Non una novità, visto che ci sono veri e propri giocatori professionisti che hanno iniziato semplicemente acquistando la loro copia di Call of Duty, Fifa o Quake e col tempo hanno scoperto di essere davvero bravi e soprattutto che era possibile fare della loro passione una professione. L’esempio più eclatante è “stermy”, al secolo Alessandro Avallone, che da ormai quindici anni è considerato il videogiocatore più bravo d’Italia, nonché il più titolato. A partire dai suoi successi è riuscito a crearsi un seguito e ha iniziato ad associare il suo nome ad accessori (come tastiere e mouse) per promuoverli come prodotti di qualità e guadagnarci a sua volta.
Nella nostra regione invece possiamo vantare di avere uno dei giocatori più forti di poker della penisola, ovvero Dario Sammartino. Nato e cresciuto a Napoli, nulla sembrava presagire che sarebbe diventato una promessa del poker: studiava economia e faceva il pr per alcuni locali della città. Ad un certo punto incontra il gioco, ma quest’ultimo rimane un hobby per diverso tempo: Dario non ha ancora scoperto il suo talento, è bravo, ma non ci dà molto peso, e d’altronde non è facile immaginarsi diventare un “professionista” in un settore del genere. Eppure è successo.
Infatti con il passare del tempo capisce che
è possibile diventare un “grande”, e che lui ha probabilmente le carte in tavola. Allora inizia a studiare sui libri scritti dagli strateghi del poker, approfondisce, si confronta con amici e prende lezioni. Alterna lo studio al gioco online, dove si fa chiamare “MadGenius”, che è il primo vero banco di prova per la stragrande maggioranza dei giocatori professionisti. I risultati arrivano, le energie e i soldi spesi ripagano, Dario ci vede un futuro.
Arriva il momento di fare un passo avanti e cimentarsi con i veri grandi, quelli che giocano dal vivo, nei casinò. Inizia nel 2008, inanellando una serie di risultati positivi che gli fanno incassare qualche decina di migliaia di euro. Il suo talento viene notato ed i media intorno al poker iniziano a seguirlo, ma la prima ribalta la conquista alle World Series of Poker Europe nel 2011, uno dei circuiti più importanti del mondo, dove grazie al 17° posto vince €37.000.
Nel corso dell’anno successivo Dario fa tappa in diverse kermesse europee riuscendo nella maggior parte dei casi a fare parlare di sé grazie ai risultati, accumulando circa €20.000. Ma è nel 2013 che arriva il suo primo risultato di spicco: l’antipasto è la vittoria in primavera in un “High Roller” all’Italian Poker Tour di Sanremo, organizzato da PokerStars, che gli è valsa €35.000, mentre sempre a Sanremo, ma in autunno, arriva secondo nel Main Event per un premio da ben €93.000. Non contento, pochi mesi dopo ritorna ai tavoli del Main Event IPT, questa volta a Saint Vincent, dove arriva terzo (altri €35.000). Un torneo stregato, che gli regala comunque premi che definire di consolazione sarebbe riduttivo.
A questo punto Sammartino è praticamente nell’olimpo dei giocatori di poker più forti del mondo e sicuramente tra i primissimi di Italia, è infatti 3° come vincite totali, dietro solo a Max Pescatori e al suo… coinquilino Mustapha Kanit! Un posto guadagnato grazie anche a eventi riservati ai pesi massimi del poker, come il Super High Roller da €100.000 di costo di iscrizione a cui ha partecipato durante l’EPT di Monte Carlo l’anno scorso e dove ha ottenuto un quarto posto da €709.500.
La dimostrazione vivente che la forza di volontà può decidere ogni cosa, ma deve essere corredata dal talento e dalla pazienza.
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