Toppa Infuocata e le ecoballe 'a tempo': Promesse non mantenute e lo spettro della Camorra
Una storia vecchia un decennio quella delle ecoballe in località Toppa Infuocata a Fragneto Monforte. Sotto sequestro da quasi dieci anni, il sito di stoccaggio conteneva oltre 60mila tonnellate di ecoballe, calcolo che, dopo gli ultimi episodi di cronaca andrà rifatto visto che buona parte del cumulo di rifiuti è andato totalmente incenerito con grossi rischi per la salute e per il territorio. Si tratta di quelle balle di materiali vari che non possono essere bruciati perché contengono materiali pericolosi, come ha accertato la Magistratura che le ha sequestrate. Nonostante il sequestro dell'area, negli anni c'è stato uno sversamento illegale di rifiuti con danni evidenti. Basta recarsi a valle del sito di stoccaggio (oggi avvolto dal fumo tossico delle ecoballe) ed osservare una vistosissima frana della strada intercomunale: il percolato ha "spinto" una frana ed il risultato è sotto gli occhi di tutti. C'è chi giura sullo zampino della Camorra, un po' come è successo a Giugliano: "Si pagano ragazzi per poche decine di euro - giurano i cittadini fragnetani - loro agiscono con pochi scrupoli e il gioco è fatto".
LA 'PROMESSA' DEL 2004: 'ECOBALLE RIMOSSE IN BREVE TEMPO'
Il sito di Toppa Infuocata fu realizzato nel 2004 per disposizione dell'allora Commissario per l'emergenza rifiuti. Sito che avrebbe dovuto essere, secondo gli accordi stipulati nove anni fa, una soluzione provvisoria. Siamo a fine settembre 2013 e le "balle" sono ancora tutte lì, alcune più annerite che mai: dopo il freddo e le intemperie sono arrivati i pericolosi roghi. Questa è storia recente. Un passaggio importante però, ci fu nel febbraio del 2009, quando si tenne un'assemblea pubblica, proprio a Fragneto Monforte, per discutere della problematica: la discussione affrontò nello specifico l'accordo istituzionale tra il Governo dell'epoca con la Regione Campania e la Provincia di Benevento: nel 2005 infatti, si prevedeva la rimozione dei rifiuti. Tutto però è rimasto inapplicato, nonostante i sopralluoghi ed i continui solleciti. Motivo? Il materiale depositato è sotto sequestro della Magistratura nell'ambito dell'inchiesta
Fibe. Ci fu quindi una richiesta di "convocazione urgente" per una Conferenza di servizio con l'allora Sottosegretario all'emergenza rifiuti. Appello che rimase inascoltato. Ora si è in attesa di conoscere la nuova destinazione delle ecoballe dopo le ultime dichiarazioni dell'attuale Ministro dell'Agricoltura, Nunzia De Girolamo, che intende trasferirle nell'hinterland napoletano. Una cosa è certa: le ecoballe erano nate per produrre energia ma non possono essere affatto bruciate, perchè quei rifiuti prima di essere compattati in "balle", non sono stati divisi ed un inceneritore può funzionare solo con la separazione da tutto ciò che non è umido e, dunque, produce sostanze tossiche, come la diossina appunto. Ed anche le ecoballe di Toppa Infuocata contengono di tutto.
PER CIMITILE E CAPUTO 'CRIMINALITA' E INFILTRAZIONI CAMORRISTICHE'
"Con i continui incendi alle ecoballe di Fragneto Monforte le forze della criminalità e del malaffare hanno alzato il tiro. Oltre che ai cittadini, alle Forze dell'Ordine e alle Autorità del territorio sannita, è stata lanciata una sfida allo Stato italiano visto che i roghi sono stati addirittura intensificati, nonostante l'intervento opportuno ed autorevole del Ministero De Girolamo". Non ha dubbi il Commissario straordinario della Provincia di Benevento, Aniello Cimitile, che ha commentato così l'ultimo rogo delle ecoballe a Fragneto Monforte. Criminalità e malaffare dunque: "Siamo di fronte ad uno spudorato ed irridente affronto allo stesso Governo nazionale. Sollecitiamo con forza l'urgente ed immediato intervento dello Stato centrale attraverso le Istituzioni nazionali e regionali affinchè venga sconfitto definitivamente questo disegno criminale che sta gettando nel panico la popolazione di Fragneto Monforte e di altri Comuni della provincia di Benevento. L'appello è a non lasciarci soli in questa battaglia nella quale il territorio non ha più le forze per andare avanti in solitudine". Sicuro che si tratti di un atto premeditato con probabili "infiltrazioni camorristiche" anche il primo cittadino di Fragneto Monforte, Raffaele Caputo.
G.V.