22/07/2008   12:7 2159

Telese Terme: vertenza Gepos, l’azienda replica agli attacchi della Uil


Sulla vicenda Gepos presa di posizione dell’amministratore unico dell’azienda Giovanni Fornarini, in seguito alla nota del 19 luglio scorso del dirigente sindacale UIL FPL di Benevento Gabriele Riccio che aveva contestato il merito e la sostanza della procedura di mobilità di 41 operatori. Fornarini replica “onde evitare l’ulteriore travisamento della questione”.

“La messa in mobilità di parte del personale – spiega l’amministratore della Gepos - è stata già analizzata sui tavoli delle trattative locali e regionali. Purtroppo, questi hanno riguardato l’intero comparto sanitario campano. Tante, infatti, sono state le Case di Cura costrette a licenziare parte del personale se non a chiudere definitivamente le strutture stesse. La Regione Campania, com’ è noto, ha imposto tetti per il contenimento della spesa sanitaria fino al 2010. La sinergia istituzionale (comunale, provinciale e sindacale), mossasi per arginare la critica situazione, non ha, sostanzialmente, modificato quanto stabilito nelle delibere di contenimento.

Nella questione di specie, la Casa di Cura Gepos non soffre di mancata attività, così come erroneamente riportato, bensì del mancato pagamento di quello che produce, visti i tagli suddetti. L’attività gestionale non è solo la valutazione di un semplice “numero”.

Ad esempio, il numero di personale è in grado di erogare il volume di prestazioni, accreditate presso il Servizio Sanitario Nazionale, ma pure le altre non ricoperte dallo stesso.

Il sindacalista ha sostenuto come la Regione Campania stesse attivando procedure finalizzate alla risoluzione degli annosi problemi. Così non è, la sanità è ancora costretta ad attendere soluzioni, nonostante i tempi biblici intercorsi.

Lo stesso sindacalista ha fatto, poi, riferimento alla normativa del Dgrc 7301/01 (autorizzazione sanitaria accreditamento diretto definitivo) che poco ha a che fare con la questione ben più complessa della messa in mobilità.

Una conoscenza della norma avrebbe immediatamente evidenziato che rispetto al numero dei posti letto la Casa di Cura supera di circa un punto l’indice previsto dalle suddette norme e che il riferimento alla Fondazione Maugeri è inappropriato in quanto è un Istituto a carattere scientifico disciplinato in maniera differente sul piano dei requisiti e dei finanziamenti delle prestazioni.

La Casa di Cura Gepos potrebbe attestarsi sulle 90 unità secondo la stessa normativa. Ne ha, al contrario, 140 tra dipendenti e operatori a libera attività professionale. Ciò che, infine, appare ulteriormente singolare è il fatto che solo una sigla sindacale, la succitata Uil, abbia a cuore le sorti dei lavoratori. E’ forse la mania di protagonismo che, dimenticando le ragioni vere della problematica, tende a sfruttare i momenti mediatici.

La Gepos ha tentato e tenterà di venire incontro alle esigenze delle parti in causa. Se lo ha già fatto con l’eventuale stipula di un contratto di solidarietà lo continuerà a fare sul tavolo delle trattative regionali. Nella speranza che si trovi, finalmente, una soluzione da tutti attesa e auspicata".

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