Studenti in sit-in 05/12/2016   11:18 2733

Studenti in sit-in, domani mobilitazione contro la Buona Scuola - LE FOTO


Sit-in degli studenti nelle scuole che esultano per il risultato referendario e lanciano la manifestazione di domani contro la Buona Scuola.

“La vittoria del No rappresenta un dato con il quale fare i conti un dato che rappresenta da un lato una presa di coscienza da parte dei cittadini per quanto concerne il fatto che la Costituzione non può essere calpestata a piacimento, dall’altro rappresenta il primo mattone sul quale costruire un movimento più forte capace di imprimere fortemente le proprie istanze”.

È questo il pensiero del Collettivo Autonomo Studentesco che dopo i sit-in dei giorni scorsi e la mobilitazione a favore del no questo mattina che sono tornati a riunirsi in vista della mobilitazione di domani.

“Dobbiamo fare i conti, però – continuano gli studenti - con l’altra faccia del No: quella di Casapound, di Forza Nuova e delle varie destre xenofobe. La paura del diverso, del migrante, etichettato ottusamente come la causa della crisi generalizzata. Non si può perdere l ‘umanità nei confronti di chi
dignitosamente cerca una speranza per sfuggire da fame e miseria, l’umanità insita nell’individuo deve riemergere con forza verso una società aperta ed eclettica. Società aperta e eclettica proprio come il sapere che la Buona Scuola tende ad arginare sempre più con forza”.

Domani sei dicembre dunque, gli studenti saranno nuovamente in Piazza: “è un giorno in cui si continua trasversalmente a lottare contro i decreti varati dal governo Renzi in particolare contro la Buona Scuola, riforma per la quale gli studenti sono costretti ad affrontare 400 ore obbligatorie di lavoro gratuito, il tutto agevolato dalle intromissioni dei privati nelle scuole pubbliche. non ci spaventa il peso del potere che hanno assunto i presidi, diventati veri e proprio manager di un'azienda, che da un lato hanno il potere fisico di chiudere i cancelli dei nostri istituti, dall’altro la possibilità di reprimere e minacciare attraverso dei severi provvedimenti disciplinari gli studenti che esprimono il proprio dissenso”.

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