Storia di Castelvenere 1920-1939 ecco come nasce il libro di Cuccaro
L’Associazione Storica Valle Telesina, presenterà il 14 novembre all’interno dell’antica Abazia Benedettina di San Salvatore Telesino, il libro di Vincenzo Cuccaro, ‘Storia di Castelvenere 1920 – 1939’.
A fare gli onori di casa, il primo cittadino del centro telesino Fabio Romano, presente anche il sindaco di Castelvenere Alessandro Di Santo. Ai saluti, seguiranno gli interventi del presidente dell’Associazione Giovanna Battagliano, dell’Anpi Tonino Conte, dell’operatore culturale Sara Bucci, dello storico locale Michele Selvaggio e dell’autore del libro. L’appuntamento è per le ore 18.00 presso l’Abazia Benedettina di San Salvatore Telesino.
A raccontare la nascita del volume è Antonietta Cutillo, membro dell’Associazione Storica Valle Telesina. “Nel 2010 – scrive la Cutillo – Vincenzo Cuccaro, un giovane di Castelvenere inizia, presso la pro-loco del suo comune, un periodo di un anno di servizio civile. Come dicono le stesse parole, la legge prevede che i giovani assegnatari dell’incarico svolgano il proprio servizio in attività sociali e di promozione culturale del territorio. Vincenzo e le sue colleghe sono quindi incaricati di mettere mano a degli scatoloni polverosi di documenti depositati nella sede della pro-loco di Castelvenere. L’archivio riordinato da Cuccaro è ‘semplicemente’ costituito dai documenti prodotti dal Comune di Castelvenere negli anni tra le due guerre, gli anni del fascismo che vanno dal 1920 al 1939. Provengono dell’ufficio di Stato civile e anagrafe e da quello elettorale, sono deliberazioni del podestà, contengono il carteggio con la prefettura di Benevento in entrata e in uscita. E documentano in maniera precisa e approfondita il ventennio vennerese: dal numero degli abitanti alle attività produttive, dai luoghi di culto agli edifici civili come la scuola e l’ufficio postale, dalle elezioni politiche (del 1934) al concorso per la levatrice, con un occhio alle politiche assistenziali e familiari: i premi di nunzialità e natalità e le campagne antitubercolari. Per finire con gli anni immediatamente precedenti il secondo conflitto mondiale, dalle guerre d’Africa alla preparazione
della popolazione: l’istituzione degli ammassi e la creazione dell’Unione nazionale protezione antiaerea.
Tutta questa documentazione – prosegue – è confluita nel libro di Cuccaro che ha così narrato la storia di una piccola comunità in un’epoca cruciale per la ‘grande storia’ italiana e mondiale intrecciandole e mostrandoci le ricadute dell’una sull’altra. Diceva Marc Bloch in Apologia della storia o il mestiere di storico che gli archivi sono i granai della storia (qualche anno dopo la Yourcenar avrebbe usato una metafora simile definendo le biblioteche granai dello spirito nel suo romanzo storico-filosofico su Adriano) ma Bloch fu anche fondatore degli Annales e teorico della storia sociale, quella che dà voce ai senza voce, che per la prima volta cerca di raccontare la storia delle classi subalterne da una parte analizzando i movimenti ribellistici e rivoluzionari e dall’altra attraverso lo studio delle piccole comunità locali, apparentemente lontane dai luoghi di potere, come quella di Castelvenere. È quello che ha fatto l’autore, operazione, per altro, non sempre facile quando la storia è raccontata sulla base di una documentazione prodotta in un’epoca in cui ancora molta popolazione era analfabeta ed una parte importante nell’economia del volume è costituita dalle biografie dei notabili del paese: podestà, preti, segretari del fascio, medici, avvocati, insegnanti. Sono essenzialmente queste le persone che, anche nella piccola comunità ai confini dell’impero, rappresentano la ‘storia’ a tutti gli effetti, sono quelli che occupano tutte le cariche politiche, amministrative e religiose, per cui è impossibile descrivere queste senza parlare di quelli ed insieme compongono un chiaro affresco delle classi dirigenti e delle istituzioni venneresi nel ventennio. Vent’anni di storia, dunque – ha concluso Cutillo – raccontati per immagini, in cui il testo è ridotto al minimo indispensabile, mantenendo solo la funzione di collante tra documenti e foto che si susseguono dall’inizio alla fine mentre l’autore si è fatto da parte, senza esprime giudizi, senza prendere parte, lasciando che le carte si rivolgano da sole al lettore perché sia lui stesso a leggerle ed interpretarle”.