Striscione Asilo31 contro CAV 11/12/2017   11:18 1638

Spina Verde, apre il Centro Aiuto alla Vita. Protestano Asilo31 e Wand


"Gli spazi pubblici devono conservare il principio della laicità e di conseguenza le associazioni di stampo cattolico non possono usufruirne in maniera strumentale tanto più se per fare condizionamento ideologico".

Continuano a piovere polemiche dopo l'inaugurazione della nuova sede del CAV (Centro Aiuto alla Vita) presso la Spina Verde a Benevento. Lo spazio è nato in una delle strutture che il Comune di Benevento ha affidato alla parrocchia dell’Addolorata. Il taglio del nastro è avvenuto ieri mattina, a protestare c’erano gli attivisti del L@p Asilo31.

“La struttura consegnata nelle mani del Cav – spiegano gli attivisti – è il frutto di una gestione politica arbitraria degli spazi pubblici. Sotto le mentite spoglie di un'associazione che aiuterà nella manutenzione delle aree verdi, si cela in realtà una chiara propaganda nei confronti di una legge dello Stato. Sia chiaro che siamo stati contenti dell'affidamento della struttura alla parrocchia, se però questa deve diventare strumento di decisione arbitraria per fare del bello e del cattivo tempo degli spazi pubblici, allora con decisione affermiamo l'utilizzo collettivo e trasparente di questi ultimi. Una struttura pensata come strumento di salvaguardia e tutela degli spazi verdi pubblici nell'amministrazione Mastella diventa la sede ufficiale al rione Libertà di un'associazione antiabortista, il Cav, che muove contro la legge 194, vinta con un referendum popolare. Gli spazi pubblici devono conservare il principio della laicità e di conseguenza le associazioni di stampo cattolico non possono usufruirne in maniera strumentale tanto più se per fare condizionamento ideologico, ma devono adempiere al compito affidatogli ovvero la manutenzione delle aree verdi. La parrocchia avrebbe potuto concedere la struttura ad associazioni di stampo sociale e culturale, quali che esse siano, per promuovere e incentivare la socialità, l'aggregazione e la cultura all'interno di un quartiere che troppo spesso è travolto dal polverone mediatico per alto tasso di frammentazione e degrado sociale”.

Secondo l’Asilo31: “È avvilente che in una città come Benevento la stragrande maggioranza delle strutture pubbliche venga affidata alla curia grazie ad una legge vetusta dello Stato che tutela il principio di disparità di trattamento tra le associazioni laiche e cattoliche. Sebbene all'atto dell'incarico affidatogli, il vescovo si sia presentato in veste ‘riformatore’ di buoni principi cattolici mostrando apertura nei confronti del mondo dell'associazionismo laico, l'atteggiamento della curia degli ultimi mesi si pone in continuità con la gestione precedente perseverando nell'utilizzo di strutture pubbliche in maniera propagandistica di principi ideologici. Dinanzi a questa disparità di trattamento, rivendichiamo che all'interno del quartiere non ha ragion d'essere un Cav e per questo chiederemo spiegazioni non soltanto alla parrocchia addolorata, ma alla curia tutta. Se da un lato c'è chi rivendica la disparità di trattamento in favore delle associazioni cattoliche applicando il principio della compensazione sociale, dall'altro c'è chi afferma che tale principio vada esteso a tutte le realtà associative del rione. Per quanto detto Asilo 31 continuerà le sue attività all'interno del quartiere offrendo come sempre servizi di carattere sociale perseverando nel non pagare alcun affitto così come viene consentito a tutte le associazioni cattoliche della città”.

Sulla vicenda è intervenuta anche l’associazione Wand che da tempo si occupa dei diritti Lgbt. “Leggiamo che il CAV (Centro Aiuto alla Vita) – si legge – ha ottenuto l'ennesima vittoria sul territorio, andando ad aggiungere al proprio centro operativo presso l'ospedale Rummo una sede alla Spina Verde. I volontari del CAV noi tutti e tutte li abbiamo visti all'opera negli ospedali e nelle scuole, a diffondere informazioni antiscientifiche, paura e valori contrari alla legge 194 sul diritto all'aborto. Perciò di fronte a questa notizia ci sorgono alcune domande. Ci chiediamo perché gli spazi pubblici vengano assegnati a realtà cattoliche e a loro affiliati, mentre moltissime associazioni laiche, impegnate attivamente sul territorio da anni, non hanno ancora una sede. Ci chiediamo se ce ne sia veramente bisogno in una provincia con il 100% di medici obiettori di coscienza e alla luce delle sollecitazioni giunte dall'Europa a rispettare anche in questo ambito il diritto alla salute e il divieto di discriminazione. Ci chiediamo quali possano essere gli effetti di un centro anti-aborto in uno dei quartieri più vulnerabili della città. Ci chiediamo come questo gesto possa tutelare i diritti riproduttivi delle donne, che peseranno drammaticamente poco, se sull'altro piatto della bilancia ci saranno promesse di aiuto economico, cattiva informazione, minacce psicologiche e soprattutto la parola di Dio”.

Poi aggiungono: “Ci chiediamo se le cittadine e i cittadini di Benevento conoscano le posizioni del CAV in merito all'omosessualità (una malattia curabile), ai matrimoni tra persone dello stesso sesso (un abominio contro la legge di natura), all'adozione da parte di genitori dello stesso sesso (un atto irresponsabile e pericoloso per la salute psicologica del bambino). Ci chiediamo inoltre se sia responsabile affidare uno spazio e la gestione di un luogo pubblico ad un'associazione che ha un budget in rosso di ben 8.000 euro, ma che tuttavia confida nell'aiuto finanziario dell'amministrazione comunale, come avvenuto in passato. Il CAV alla Spina Verde non è un mero simbolo di arretratezza, come può esserlo un cartello omofobo o un crocifisso a scuola. È una roccaforte attiva contro i diritti delle donne, un avamposto di medioevo, che rema contro il progresso sociale, sull'onda della fede cattolica. Ci chiediamo infine se tutto questo sia ancora possibile in Europa nel 2017”.

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