06/05/2010   18:37 3908

Spina e Ionico: dietro la vicenda Gaveli questioni molto più consistenti


Nostro servizio - Questa mattina gli imprenditori Michele Spina e Maurizio Ionico hanno tenuto una conferenza stampa presso il Bar Novecento, al Corso Garibaldi di Benevento, sulla vicenda Gaveli, la multisala cinematografica in località Piano Cappelle.

Una storia lunga e intricata che si protrae da quattro anni e per la quale Spina e Ionico sono parte in giudizio civile e imputati con altre 2 persone in un processo. La prima udienza è stata, ieri, rinviata al prossimo 6 luglio, dopo che un primo rinvio c’era già stato a marzo. Entrambi i rinvii sono dovuti a problematiche legate all’astensione degli avvocati della Camera Penale.

La lunga conferenza tenuta dai soci della Sis, società che aveva in fitto alcuni locali nel Gaveli da destinare a bar, pizzeria e sala giochi, è stata aperta da Michele Spina. Ha ricordato tutte le denunce fatte in questi anni nei confronti di persone e istituzioni, precisamente nei riguardi di Luigi Giannuzzi, titolare della multisala Gaveli, con il quale sono insorti dei contrasti che hanno aperto, oltre al giudizio penale, anche un contenzioso amministrativo, dell’Asl Bn1, della Commissione Prefettizia Vigilanza Pubblici Spettacoli, di dirigenti comunali della precedente e attuale Amministrazione Comunale, di Giunta e Consiglio Comunale, di due dirigenti della Digos di Benevento, di un sostituto procuratore della Repubblica di Benevento e di un altro magistrato.

Spina sostiene di essere stato oggetto, nell’ambito delle indagini scaturite a seguito di una denuncia presentata nel 2006 da Giannuzzi, di “un’attività persecutoria” e che non ci sia stata imparzialità nel valutare le due parti in causa. “Alle denunce da noi fatte - ha detto - sono seguite attività d’indagine tese a coprire e mascherare quanto avevamo esposto. Dietro questa vicenda ci sono interessi per milioni di euro ed ecco perché ci siamo trovati tanti personaggi contro”.

La denuncia di Giannuzzi sarebbe partita, ha aggiunto Spina, dopo che, in precedenza, la Sis aveva presentato una denuncia alla Guardia di Finanza su altre attività riconducibili a Giannuzzi, riguardanti apparecchiature per video poker e slot machine. “Ho fatto anche altre denunce - ha aggiunto -: in tutto ne sono 14. Ho prefigurato reati gravissimi: truffa, peculato, corruzione. Che indagini sono state fatte? Non sono mai stato ascoltato”. Spina ha quindi rimarcato il modo in cui, invece, a suo dire, siano state svolte le indagini a suo carico, successive alla denuncia presentata da Giannuzzi. “Possibile - ha detto - che fatti insussistenti rilevati dal Gup Cusani nell’udienza del novembre 2009 non fossero stati allo stesso modo rilevati da chi aveva condotto le indagini?”. Più volte, nel corso della conferenza, a tal proposito, ha fatto riferimento alle informative della Digos sulla vicenda, da cui è scaturita una successiva denuncia di Spina. In tali informative, Spina ha detto che numerose volte compare il nome di Gabriele Corona, presidente dell’associazione ambientalista contro il malaffare Altrabenevento, per informazioni fornite dallo stesso Corona. Qui Spina, ironicamente, si è chiesto, a proposito di Corona e mostrando ai giornalisti un’informativa della Digos: “E’ un dipendente del Comune di Benevento o un ufficiale di Polizia Giudiziaria, o un magistrato? In questa informativa compare il suo nome per 97 volte”.

Successivamente è intervenuto Maurizio Ionico che ha fatto alcune considerazioni sulla vicenda, spiegando in maniera più approfondita alcuni aspetti. Ha ricostruito brevemente la storia fin dall’inizio, ricordando come si sia arrivati al contenzioso legale e alla risoluzione del contratto di locazione. Poi ha fatto riferimento a quanto aveva affermato già in precedenza lo stesso Spina, ovvero a una denuncia fatta dalla Sis su un’altra attività legata a Giannuzzi, riguardante il mondo dei videopoker e delle slot machine.

“Per tale vicenda – ha sostenuto Ionico – la dinamica degli atti conseguenti in capo agli organi di controllo coordinati dalla Magistratura, ha ancora una volta eluso il merito di quello che raccontavano i fatti al punto tale che ci siamo visti costretti, nostro malgrado, a dover denunciare finanche un magistrato”.

“Il processo che sta per iniziare – ha concluso – non può essere semplicisticamente ricondotto alla ‘lite’ tra la Sis srl e la Gruppo Giannuzzi srl, ma necessariamente vedrà il coinvolgimento di tanti personaggi che sono stati a loro modo protagonisti, anche passivi. Una volta eliminato il ‘falso bersaglio’, siamo convinti che alla fine questo processo porterà alla luce la vera e scottante questione che non è la paventata ipotesi di tentata estorsione (di cui Spina e Ionico sono accusati NDR) o la lottizzazione abusiva (di cui accusano Giannuzzi NDR), ma i rilevanti interessi economici che ruotano intorno al mondo dei videogiochi. Speriamo che non intervengano altri fattori che impediscano l’avvio di questo processo, perché sono desideroso di capire perché qualcuno ha voluto che io e gli altri coindagati portassimo per oltre quattro anni la ‘targa di estorsore’ senza peraltro avvertire mai, in questo lungo lasso di tempo, il bisogno di ascoltare le ragioni degli indagati”.

L’inchiesta sul caso Gaveli è stata portata avanti dalla Procura della Repubblica di Benevento a seguito della denuncia presentata nell’autunno del 2006 dal titolare del Gaveli. La causa penale ha avuto alterne vicende che hanno anche portato all’emissione di provvedimenti di custodia cautelare domiciliare per Ionico e Spina (marzo 2008), poi revocati dal Tribunale del Riesame il successivo 6 maggio. Mercoledì 25 novembre 2009, presso il Tribunale di Benevento, si è tenuta l’udienza preliminare che, unitamente ad altri imputati, vedeva coinvolti Spina e Ionico. Il giudice Flavio Cusani aveva pronunciato sentenza di non luogo a procedere per cinque dei sei capi di imputazione a carico di Spina, disponendo il rinvio a giudizio per lo stesso Spina e Ionico, per i fatti originariamente denunciati da Luigi Giannuzzi.

In sede amministrativa il Comune dapprima ha negato l'agibilità al Gaveli, poi l’ ha concessa, nel luglio 2008, provvedendo, in esecuzione delle decisioni assunte dal Tar Campania, a ritirare i provvedimenti emessi nei confronti del Gruppo Giannuzzi (e già sospesi dal Tar).
R.R.

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