S.Marco dei Cavoti: una scampagnata a Santa Barbara, protettrice dei lavoratori a rischio
Numerose nel Sannio le occasioni per trascorrere del tempo all’aria aperta, specie in primavera. A S. Marco dei Cavoti è consuetudine fare una scampagnata presso la località “toppo di Santa Barbara”. In questo periodo dell’anno la natura è lussureggiante, ma tra la vegetazione rigogliosa non è difficile trovare muri a secco e ruderi sparsi: il toppo di S. Barbara, in epoca ormai remota, era il luogo dove sorgeva il Castellum Sancti Severi, insediamento ben più antico di San Marco dei Cavoti, fondato intorno alla metà del XIV secolo proprio a seguito della sua distruzione, a diversi chilometri di distanza.
Un alone di mistero ricopre questi luoghi e numerose sono le leggende sul paese e, soprattutto sulla sua misteriosa distruzione. La versione più accreditata parla di un violento terremoto, ma si narra anche di un devastante incendio o, nella più fantasiosa di tutte le ipotesi, di una terribile invasione di formiche che costrinse gli abitanti ad abbandonare il posto. Comunque sia andata, gli esuli di San Severo, insieme a una colonia di Provenzali, venuti al seguito degli Angioini nel Regno di Napoli, fondarono il nuovo paese su una collina a pochi chilometri di distanza da San Severo e dalla località Zenna, l’antica Cinna di epoca sannitica.
Il 1° maggio, in particolare, Santa Barbara è legata ad un evento religioso: nel giorno di Pasquetta la statua della santa, custodita nell’omonima chiesa, viene portata in paese, presso la Chiesa Madre S. Marco Evangelista e vi resta fino al mattino del 1° maggio, quando viene riportata al suo posto, dove rimarrà fino alla Pasquetta successiva. La chiesa di
Santa Barbara è stata ricostruita sui ruderi dell’antica cappella risalente al XII secolo e dal toppo domina tutta la vallata circostante.
La statua della santa è trasportata da un mezzo dei vigili del fuoco della stazione di San Marco dei Cavoti, dal momento che è considerata protettrice dei pompieri, ed è seguita dai fedeli, a piedi, in bicicletta o in automobile, in un festoso corteo accompagnato da musica e colpi di clacson. Secondo la devozione popolare Santa Barbara viene invocata da chi svolge lavori pericolosi, come gli artificieri, gli artiglieri, i carpentieri, i minatori, oltre che i già ricordati vigili del fuoco. Non a caso, nel linguaggio militare, il deposito di munizioni è chiamato proprio “Santa Barbara”.
La santa è invocata anche per la protezione dai fulmini, poiché quando fu decapitata dal padre, questi fu immediatamente colpito proprio da un fulmine.
Leggendaria è anche la sua bellezza, pare che suo padre l’avesse rinchiusa in una torre proprio per sottrarla agli sguardi di numerosi pretendenti. Oltre alla devozione, però, a richiamare in questa verdissima località sono le passeggiate per gli impervi e numerosi sentieri, per godere del bellissimo panorama o alla ricerca di asparagi, per l’immancabile frittata.
La località è anche il punto di arrivo di un interessante percorso naturalistico, da fare in mountain bike, che si snoda per le campagne sammarchesi per circa 16 chilometri.
A.C.